domenica 16 gennaio 2022

Fine settimana straripante di musica sui giornali: Sierra, Hahn, Pappano, Viotti ed anche Piovani ( che illustriamo a parte)

 Mai tante interviste, a tutta pagina, in tre giorni sui maggiori quotidiani e settimanali italiani. Troppa grazia avremmo detto se tutte fossero state di un certo interesse, mentre almeno la metà più una non lo era. Cominciamo da quella che si rivela essere una 'marchettona' in favore dell'Accademia di Santa Cecilia, a firma Anna Bandettini, apparsa su 'Il venerdì' di Repubblica. Si tratta di un 'album di famiglia', illustrato naturalmente con la 'figurina' di maggior valore dell'Accademia, Tony Pappano, sfogliando il quale far capire che l'Accademia non è solo una  istituzione musicale che ha prevalente attività concertistica, ma che è una vera e propria 'macchina da guerra' che agisce su più fronti: concerti, corsi, orchestre e cori di vario livello, ricerca ecc... ecc... tutte cose che chi frequenta l'Auditorium conosce bene anzi benissimo, anche perchè molte di queste attività non sono gratuite elargizioni, bensì mezzi per alimentare le sue casse e aquistare munizioni.   

La macchina da guerra la illustra alla Bandettini non solo Pappano, che decanta le virtù acquisite dall'Orchestra negli anni della sua direzione, sia attraverso la presenza di 'pezzi pregiati' - stabili ed ospiti - sia con il costante 'lavoro di squadra'; la illustra anche il sovrintendente dell'Accademia che è di questa 'macchina da guerra' si propone come cronista 'embedded'. Della gloriosa 'macchina da guerra' sonora apprendiamo, unica novità che novità poi non è,  che sta per rinnovarsi, per sopraggiunta pensione di alcuni volti notissimi nelle sue fila, rimpiazzati da giovani ancora più spavaldi.  Altro non dice la 'marchettona' della Bandettini.

Nello stesso giorno i due più noti e diffusi quotidiani  propongono due interviste - si sono accordati? - Repubblica  a Nadine Sierra, interprete della Lucia di Lammermoor  di Donizetti a Napoli, a firma Gregorio Moppi, e il Corriere a Hilary Hahn, violinista,  prestata a Barrett Wissmann, suo agente, per una grande serata al Castello Ruspoli di Vignanello, conclusa con libagioni  di chef stellato ( l'intervista è firmata da una neofita fra i cronisti di musica: Federica Manzitti). Di ambedue  le musiciste, ormai note, le solite: famiglia, social, carriera... ebbasta!

Sabato, invece, sul settimanale  'femminile' di Repubblica, 'D', intervista copertina e servizio fotografico di 'moda uomo' dedicati a Lorenzo Viotti, il 'bel tenebroso' direttore d'orchestra, figlio di Marcello, sfortunato direttore scomparso prematuramente, e che  a 31 anni ha una bella carriera, iniziata a Salisburgo, ai tempi di Pereira, con la vittoria al concorso dedicato dal celebre festival a giovani direttori.

Di Lorenzo Viotti sapevamo in realtà molto poco, l'interesse nei suoi confronti  è aumentato dopo che alcune settimane fa, ospite dell'Accademia di santa Cecilia, ha fatto la sua comparsa in una trasmissione tv,  dove, secondo i più informati, sarebbe scoccata la scintilla sentimentale fra lui e la 'più matura' conduttrice della trasmissione ( "Aitante, simpatico, insolente e molto sciolto con le signore, specialmente se un pò più grandi - davanti all'allusione, Viotti annuisce", scrive l'informatissimo intervistatore).

 Vero o falso, non ce ne frega assolutamente nulla, mentre ci ha incuriosito leggere, ad esempio, in relazione al suo attuale incarico stabile in Olanda, che il pubblico di quella nazione è caratterialmente e tradizionalmente prodigo di applausi. Lui ha preso il microfono e dal pulpito li ha apostrofati: se voi applaudite sempre e comunque, non si riesce mai a capire se avete gradito o meno, e quanto, l'esecuzione. Applaudite, vi prego, ma a ragion veduta.

 Ma non sono mancati nel lungo patinato servizio i soliti vezzi giornalistici di chi vuol farci capire che conosce le lingue - e noi aggiungiamo:  ma non capisce un tubo di musica.

Alla domanda: se a dirigere un'orchestra si impara più sul podio che conseguendo un diploma di direzione, Lorenzo Viotti risponde:" Un'orchestra non si guida grazie ad un diploma. La si dirige con l'esperienza. e diventando uomini". Che avrà voluto dire? Forse  che occorre essere persone mature per esercitare il mestiere di direttore.

 Altra domanda ( attenzione ai termini): "a che tipo di energia si dà forma conducendo un'orchestra? Caro Panizza (autore dell'intervista), in Italia si conduce un treno o un tram non un'orchestra.  

 


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