Qualche giorno fa, alla viglia della inaugurazione della stagione della Filarmonica della Scala, ho avanzato l'ipotesi che la Toccata, commissionata dalla Scala, non potesse essere che Expo, che gli avrebbe commissionato nel 2015 il teatro La Fenice, per aprire il 'Concerto di Capodanno' in occasione del grande evento milanese. O qualcosa di molto somigliante.
Ho ascoltato solo qualche passaggio del brano commissionato a Battistelli dalla Filarmonica scaligera, della durata complessiva di sette-otto minuti circa. E in base a tale ascolto torno sull'argomento.
Intanto la sua durata - qualora quella mia ipotesi corrisponda o sia abbastanza vicina al vero - sarebbe risultata assolutamente 'fuori misura' per un concerto nel quale la musica dura non più di 45 minuti circa in tutto.
Aggiungo che la fattura di Toccata mi fa immaginare quale sarebbe stata la reazione del pubblico del concerto televisivo di Capodanno: 'si saranno sbagliati', 'stanno accordando gli strumenti' - nella migliore delle ipotesi.
Allora, contestando a Chiarot la posizione di quel brano nuovo, appositamente commissionato, in apertura del concerto in diretta televisiva, avevo proposto al riottoso sovrintendente di metterlo semmai in aperura del concerto, per la parte che precedeva la diretta televisiva. Il rifiuto di Chiarot mi fa ancora oggi pensare che vi erano altre ragioni a me sconosciute per tale sua insistenza. una sorta di 'patto segreto' fra lui e Battistelli. E, del resto, la presenza massiccia di opere di Battistelli negli anni immediatamente successivi, anche dopo il passaggio di Chiarot a Firenze ( finito malissimo per lui!) non fa che confermare la mia ipotesi, il mio sospetto.
E, infine, che Chiarot, volle stupidamente ed inutilmente affermare la sua superiorità nei confronti di un consulente con il quale per una decina d'anni era andato d'amore e d'accordo e che aveva sempre difeso, nelle discussioni che puntualmente ogni anno aveva dovuto sopportare per la definizione del programma di quel concerto, del quale La Fenice voleva avere solo i benefici, di botteghino ( notevoli!), ignorando che la notorietà di quel concerto, ed i benefici anche economici che ne erano derivati, erano venuti dal lavoro - 'dietro le quinte', per modo di dire - di chi ne aveva delineato e preservato identità e struttura.
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