lunedì 10 gennaio 2022

Per il Corriere della Sera è LOGORO, ma il pianista è LOTORO

Il titolo corretto, e non 'ad effetto'  - come noi volutamente abbiamo fatto - di questo post avrebbe dovuto essere : 'Per il Corriere della Sera, il pianista che studia e si dedica alla musica dei lager sopravvissuta all'orrore, è Francesco Logoro'.

 Già. Il quotidiano milanese annuncia che domani, sull'inserto settimanale 'Buone Notizie',  appare un ampio servizio, a firma Roberta Scorranese, dedicato all'avventura di un pianista italiano - raccontata dal diretto interessato, in un romanzo di prossima uscita, dal titolo 'Un canto salverà il mondo' - che  da  molti anni si è dedicato alla raccolta, allo studio ed all'esecuzione della musica scritta nei lager, la cosiddetta musica 'concentrazionaria', così la chiama il nostro pianista, e ad essa  ha dedicato anche un museo nella sua città, Barletta,  oltre a molti studi e registrazioni, compresa una enciclopedia. Tutti lo conoscono e tutti dunque sanno come si chiama. Il suo nome è  Francesco Lotòro.

 Allora perchè nell'articolo di presentazione di oggi il Corriere, scrive per due volte (dunque non è stata una svista): Francesco Logoro, storpiandone il cognome?

 Ci siamo immediatamente preoccupati  della figuraccia che avrebbe fatto il giornale domani se quel nome, sotto la foto di copertina dell'inserto 'Buone Notizie', fosse stata errata. Senonchè  abbiamo controllato, aiutandoci con una lente di ingrandimento per decifrare la manchette pubblicitaria che riproduce la copertina dell'inserto, e abbiamo letto sulla copertina di 'Buone Notizie' il suo cognome  corretto. Tutto bene? No, doppiamente colpevole chi ha redatto oggi l'articolo di presentazione ( firmato Da. Gor.) che non ha neanche letto correttamente il nome del pianista riprodotto sulla copertina dell'inserto di domani.

 L'errore di oggi ci porta a segnalare un colpevole 'absentia'  riguardante proprio Francesco Lotoro, riscontrata alcuni giorni fa sul gemello del quotidiano milanese, il romano La Repubblica. Dove, a firma  Michele Smargiassi si è letto un articolo intitolato 'La sonata degli spettri' che riferiva di un libro di imminente uscita, scritto da Roberto Franchini, dal titolo 'L'ultima nota. Musica e musicisti nei lager nazisti', che tratta della materia di cui Lotoro è maestro e capofila,  perché se ne occupa da una vita, e i cui studi saranno stati senza dubbio noti e soprattutto utili anche a Roberto Franchini per il suo libro.

Dall'articolo di Smargiassi - ma il merito è di Franchini - abbiamo appreso che una notissima foto che ritrae un ensemble di deportati, erroneamente data per scattata ad Auschwitz, in realtà fu scattata a Mauthausen. Grazie.

 Ma ciò per cui abbiamo a rimproverare Smargiassi - ma solo lui, perché Franchini , siamo certi che nel suo libro avrà riconosciuto a Lotoro il merito di aver per primo  avviato la ricerca sulla musica nei lager -  è di non aver mai fatto, neppure 'di passaggio' il nome del pianista Francesco Lotoro, dalle cui ricerche discende qualunque altra successiva su tale materia, e quella di Franchini non farà eccezione.

 Non abbiamo mai capito perchè  riconoscere i meriti di chi ci ha preceduto in una determinata ricerca sia ritenuta  una 'diminutio'. Non so se si tratta di un vizio solo italiano,  diffuso anche fra i ricercatori. Certo è che in Italia questa sembra essere la regola INFAME.

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