Due titoli nuovi e una ripresa, il Macerata Opera Festival conferma anche per la stagione 2022 la strada avviata nei cartelloni degli ultimi anni che ha portato sempre un grande riscontro da parte del pubblico. La stagione sta prendendo forma in questi giorni, dopo che il nuovo direttore artistico Paolo Pinamonti (nominato a ridosso del Natale) ha cominciato a lavorare con il sovrintendente Luciano Messi e sentendo il consiglio di amministrazione.
Piuttosto imbrigliata la stagione 2022 in cui era già previsto che venissero recuperate le due opere saltate nel 2020 e nel 2021 a causa della pandemia, che aveva ristretto la capienza dello Sferisterio e le possibilità di movimento sul palco.
Confermata quindi la "Tosca" di Giacomo Puccini che sarebbe dovuta andare in scena nell’estate di due anni fa, affidata alla regista Valentina Carrasco, ormai amica del Macerata Opera Festival visto che nella scorsa stagione ha debuttato alla guida dell’Aida.
E confermato anche "Il barbiere di Siviglia", nella lettura del regista Daniele Menghini e del suo team under 35, già vincitore del concorso internazionale realizzato con Opera Europa e col Rossini Opera Festival, che sarebbe dovuta andare sul palco dello Sferisterio la scorsa estate.
Terza opera in cartellone sarà "I pagliacci", testo lirico in due atti su libretto e musica di Ruggero Leoncavallo, proposta in arena durante la stagione 2015. Questa volta, però, ci sarà una novità perché, a differenza di quanto accaduto sette anni fa, non sarà proposta in abbinamento con la "Cavalleria rusticana", ma recuperando un antico spartito che prevedeva l’ambientazione in un circo. Direttore e sovrintendente, per ora, si sono chiusi nel silenzio in attesa di definire gli altri tasselli del cartellone che, oltre alle opere, si comporranno di diversi momenti musicali per arricchire le serate allo Sferisterio. Nelle prossime settimane, probabilmente all’inizio di febbraio, Pinamonti tornerà a Macerata per presentarsi alla città che è pronta ad accoglierlo. Nel frattempo, però, si accorciano sempre di più i tempi per presentare la programmazione triennale al ministero della Cultura per accedere ai fondi Fus (Fondo unico per lo spettacolo). C’è tempo fino a fine mese, per cui bisognerà correre per non farsi sfuggire una "boccata di ossigeno", che negli ultimi ha significato per il bilancio dell’arena, una media di 800mila euro l’anno.
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