Era il 2013. Mentre il partito di Silvio Berlusconi provava a difendere il suo leader proponendolo come senatore a vita, Casellati – con Lucio Malan – contestava le ultime quattro nomine fatte dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: il direttore d’orchestra Claudio Abbado, la ricercatrice Elena Cattaneo, l’architetto Renzo Piano e il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia.
«Pur rispettando il Capo dello Stato e i quattro nominati, dalle carte trasmesse alla Giunta, non sono emersi elementi sufficienti ad identificare gli “altissimi” meriti scientifici della professor Cattaneo né gli “altissimi meriti sociali” attribuiti a tutti e quattro», diceva l’attuale presidente del Senato, chiedendo un rinvio della convalida per l’acquisizione della documentazione necessaria, non considerando “sufficienti” i loro meriti.
Quattro italiani di enorme spessore e riconoscimento internazionale, eppure giudicati non meritevoli. Proprio in quei giorni di fine 2013 Berlusconi era decaduto da senatore, condannato con sentenza definitiva e con una serie di processi in corso e sentenze di primo grado che lo indicavano come colpevole di diversi reati.
Nessun commento:
Posta un commento