Benchè si legga sempre più spesso di artisti che godono di 'fama internazionale'- noi qui ci riferiamo ai musicisti - a tale locuzione si deve dare il minor peso possibile, anzi nessun peso. Perchè la si attribuisce - più spesso se la attribuiscono i diretti interessati - a musicisti la cui fama fatica perfino ad uscire dalle mura domestiche o dai confini del paese natio.
Ma sono proprio questi, e soltanto questi, che la sventolano ogni volta che sono promossi ad incarichi per i quali non hanno le carte in regola e non possono vantare meriti acquisiti. Non gli resta allora che chiedere aiuto alla 'fama internazionale', che nella generalità dei casi vuol dire che hanno suonato o cantato, o anche diretto, nel paese vicino a quello di nascita o nell'ambito di manifestazioni che per la gran parte dei casi affiancano le 'feste patronali' di una volta o quelle di paese, di sempre.
Nel caso in cui, rare eccezioni, alcuni di loro sono usciti dai confini territoriali della propria regione, ad ancor più raramente da quelli nazionali, la 'fama internazionale' serve a promuovere di grado orchestre e complessi, con i quali si sono esibiti, che nel paese di residenza appartengono a terze o quarte categorie, e che uno sguardo avveduto può facilmente smascherare.
Di recente si legge spesso anche un'altra locuzione imparentata da vicino alla 'fama internazionale' ed è la comparsa di certi nomi in elenchi di cosiddetti 'personaggi influenti sopra o sotto i 30 anni'. Forbes è fra i più facinorosi facitori di tali fasulle classifiche.
La vacuità e falsità delle due locuzioni risulta immediatamente dalla loro assenza nei curriculum di tutti i musicisti di valore. Di Pollini, tanto per fare un esempio fra i più luminosi, mai si leggerebbe nel suo curriculum: pianista di 'fama internazionale'.
Concludendo, chi lo è non ha bisogno di scriverlo e di fatto non lo scrive mai.
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