La Scuola di musica di Fiesole chiuderà "definitivamente" la Camu, la Casa della musica di Arezzo, dal giugno 2022, alla scadenza esatta del contratto.
Una decisione presa dal sovrintendente "reggente" Alessandro De Sanctis e comunicata insieme con i dati di bilancio di fine anno. La Casa della musica aretina, aperta nel 2017 e attiva dal 2018, per il sovrintendente non sarebbe più "remunerativa" e la sua chiusura farebbe risparmiare alla Fondazione fiesolana 50mila euro all’anno, anzi di più, consentirebbe di raggiungere il "pareggio".
È solo una questione di cifre e di soldi, dunque, a fronte di due anni di Covid che ha visto chiudere le iscrizioni per sicurezza e quindi, a logica, calare gli iscritti, oltre che ridurre le attività, annullare i concerti. A stringere la cinghia, e la borsa, è stata la Regione Toscana che ha tagliato i finanziamenti passando da 923mila a 750mila all’anno. La sede distaccata aretina sarebbe dunque l’unica spesa in più.
La notizia però non ha colto tutti di sorpresa. La decisione era già nota agli addetti ai lavori, sindaco compreso, non senza tensioni. Ma lascia comunque l’amaro in bocca soprattutto se si considera che De Sanctis è stato nominato quando il precedente sovrintendente della Scuola di musica di Fiesole Lorenzo Cinatti è venuto ad Arezzo a dirigere la Fondazione Guido d’Arezzo. Come dire, il successore smantella la creatura del suo predecessore.
A pagare caro saranno i docenti e gli studenti, molti dei quali non faranno in tempo a finire il percorso triennale. Che fine faranno? Per ora l’unica strada percorribile pare quella che porta diritto a Fiesole, con tutti i disagi del caso.
E pensare che la Camu dalla sua istituzione era considerata "una realtà unica in Italia", nata per sviluppare sinergie e collaborazioni, il ponte ideale fra il liceo classico musicale e una scuola internazionale, fra didattica e produzione concertistica. Un polo di settecento metri quadrati dedicati alla musica nella città di Guido Monaco.
"Il contratto scade a maggio - conferma Cinatti - ma un conto è la scadenza naturale un altro giustificare il mancato rinnovo con il taglio dei finanziamenti da parte della Regione che vanifica così una realtà nata grazie a un contributo destinato alla formazione musicale. I docenti hanno combattuto come leoni per salvarla e la mancanza di iscritti non può essere una motivazione valida perché le iscrizioni ad un certo punto sono state chiuse per la pandemia. Nell’ultima convenzione firmata da me, era anche stato abbattuto completamente il costo dell’affitto. A questo punto non resta che guardarci intorno per garantire continuità ai nostri ragazzi. La vocazione di quel luogo resta".
Una vocazione che ha dato i suoi risultati, proprio quest’anno, fa sapere la docente Silvia Vajente, ci sono stati alla Camu i primi laureati in canto e flauto, con il massimo dei voti. Ma i traguardi non vanno a bilancio.
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