sabato 1 gennaio 2022

Concorso per direttore d'orchestra ' Donatella Flick- LSO' e l'inutile racconto di esso ne 'Il sogno del podio' di Rai 5

Esattamente trent'anni fa la principessa Donatella Missikoff di Ossetia, sposata Flick, ricchissimo industriale tedesco dal quale ha divorziato nel 1997, mantenendone il cognome (come mai?), fondò a Londra un Concorso per direttori d'orchestra, biennale, la cui ultima edizione si è svolta in maggio e dal quale è uscito vincitore lo spagnolo Julio García Vico, il quale a chi ha visto la trasmissione di Rai 5, condotta da Milly Carlucci, ' Il sogno del podio', è apparso immediatamente il più dotato fra i giovani direttori ammessi al concorso - venti in tutto, prima delle semifinali - dei 400 circa che avevano presentato domanda di partecipazione.

Dei 20 ammessi, dieci sono passati alla semifinale e tre soltanto alla finale. Noi abbiamo visto le prime due trasmissioni delle quattro in tutto programmate in due giorno, la sera, il 29 e 30 dicembre - ma le riprese erano state fatte nel corso dello svolgimento del concorso, e cioè a maggio. E quindi abbiamo visto tutti e venti i candidati sul podio, nelle ultime due puntate del 30 dicembre si sono esibiti prima i dieci semifinalisti e poi i tre finalisti; non facciamo i nomi di tutti perchè neanche è utile, giacchè ci interessa soprattutto parlare del concorso e delle trasmissioni di rai 5, a firma Milly ed Anna Carlucci, anche regista, e Michele Quartrone, di professione chitarrista ( Si tratta delle seconda edizione della trasmissione di Rai 5 e gli autori, oltre la conduttrice, sono gli stessi, come la stessa è la produzione che  una collaboratrice della Carlucci, Anna Di Risio, che aveva curato l'ufficio stampa di un'altra trasmissione di Milly Carlucci nel 2019, indicava come 'della Carlucci'. Si legge nel curriculum di Anna Di Risio: "Settembre Ottobre e Novembre 2019 Ufficio stampa per tour trimestrale “ Ballando on the road ” per la Aurelia Production di Milly Carlucci").

La particolarità del concorso - che è poi ciò che lo rende particolarmente appetibile - é che il premio, tanto ambito, consiste nello stage che il vincitore fa presso la London Symphony, come assistente del direttore, della durata di un anno. Mica male, con la penuria  di orchestre per far fare pratica ad un giovane direttore, quando poi si tratta di una delle più blasonate orchestre europee, non si può pretendere di più.

Quest'anno poi per la prima volta l'orchestra che i giovani direttori dirigevano durante lo svolgimento delle prove del concorso era proprio la London Symphony  che naturalmente di per sè suonava benissimo e, pur tuttavia , si è prestata ad assecondare, come una orchestra qualunque, le indicazioni dei giovani direttori.

 Fra i quali c'erano due gemelli tedeschi e quattro donne, un paio abbastanza brave seppure giovanissime, su venti; e un solo italiano che, abbiamo desunto da alcune foto messe in onda, aveva partecipato ad una delle Accademie tenute da Riccardo Muti; mentre i due gemelli tedeschi, uno alla volta, avevamo lavorato in Ungheria  come assistenti di Ivan Fisher.

 Della giuria faceva parte anche il vincitore della prima edizione del Concorso,  Andrew Constantine, nel 1990 ( perchè si è ripresentato esattamente 10 dopo nuovamente al Concorso, vincendo nuovamente?). Ma se si va a guardare l'albo dei vincitori del concorso viene da notare come quasi nessuno di loro abbia avuto una bella carriera; non tragga in inganno il cognome Plasson che vinse la terza edizione del concorso nel 1994, perchè Emmanuel, vincitore del concorso, non è ha fatto certo carriera come suo padre, Michel.

Il che autorizza una prima riflessione sulla utilità dei concorsi per la carriera di un musicista o direttore e sul giudizio di valore che di essi danno i partecipanti. I concorsi servono per fare esperienza lavorando di fronte ad una giuria certo ma fino a quando da un concorso non esce un asso, la fama di quel concorso non decollerà. E non è mai detto che la vittoria ad un coconrso sia il lasciapassare sicuro per una brillante carriera. Nella storia ci sono anche casi di brillanti carriere avviate da una clamorosa sconfitta ad un concorso: Pogorelich al Concorso Chopin di Varsavia, è uno di questi casi. 

E allora viene da pensare che l'importanza annessa al Concorso fondato da Donatella Flick - che  con rara modestia se lo è intitolato, mentre più frequentemente i concorsi recano il nome di un musicista e che quest'anno nella intitolazione ha messo anche  il nome dell'Orchestra londinese - è forse  quella 'residenza' presso la London Symphony che può costituire, quella sì, la pedana di lancio per la carriera del giovane direttore vincitore del concorso.

Questo è l'albo d'oro (sbiadito) del nostro concorso londinese che perciò non lascia dubbi sulla sua scarsa capacità di scovare  direttori d'orchestra giovani ma di talento, almeno fino a ieri:

Sul Concorso, come abbiamo anticipato, Milly Carlucci ha imbastito quattro puntate televisive della durata media di un'ora circa cadauna.
 Sulla incompatibilità della Carlucci a imbastire una trasmissione su un concorso di direzione d'orchestra ed a condurla, eravamo certi, anche dopo che l'avevamo visto  all'opera, in coppia, con Bruno Vespa,  su Rai 1 per la serata inaugurale della Scala. Lei con la sua autrice, attiva a 'Ballando', Vespa coni suoi che lavorano al suo fianco a 'Porta a Porta' ci hanno fatto capire  quanto certi giornalisti con la loro corte, siano avulsi dal mondo della musica che Rai Cultura, Calandrelli in testa, si ostinano a promuovere e confermare.
 Gli strfalcioni dell'una e dell'altro e l' atteggiamento di 'quasi devozione' come fanno i neofiti in ogni campo, verso un giornalista della Stampa che nella sua vita ha visto più opere a teatro, di quanti giorni di professione vanti già e che più che 'mitraglietta'  è una mitragliatrice che  spara a getto continuo e non si lascia interrompere da nessun rumore di sottofondo, sia esso fatto anche di appalusi, per fermarsi, anche quando ne è sopraffatto.
 Anche nel caso della trasmissione in oggetto la Carlucci, sostenuta dai suoi autori, ne ha detta qualcuna, come quando è parsa meravigliata che un direttore fosse arrivato al podio dal lavoro di 'ripetitore' in teatro, che vuol dire accompagnatore di cantanti nei mesi di prova senza orchestra. La povera non sa che è la stessa trafila che ha seguito Tony Pappano, prima di arrivare al podio.
 Si è anche pronunciata sulla musica, in una intervista della vigilia a Marida Caterini.  

Qual è l’opera a cui si sente più legata e perchè?- le ha chiesto la intervistatrice. E Lei:

"Come non amare L’Oro del Reno di Wagner, lontanissimo da Puccini, da Verdi, dal movimento del romanticismo italiano. Alla fine mi affeziono tantissimo alle arie, che canticchio nelle mia mente sentendomi un grande soprano, anche se non lo sono".

E potremmo anche aggiungere le mille banalità dette presentando i partecipanti al concorso, come quella riguardante un poverino che sentiva la musica già nel seno materno, quasi un destino.

 E poi l'esibizione ostentata della lingua inglese,  giacchè avrà ripetuto un centinaio di volte o forse più, la 'Competition', quando avrebbe potuto dire più semplicemente il 'Concorso'- perchè di concorso di tratta -  facendosi capire  anche a chi non era in grado di tradurre in italiano quella parolina che tanto piaceva a Milly Carlucci.


Nessun commento:

Posta un commento