Uno studio dell'università di Catania ha dato un volto più verosimile al compositore Vincenzo Bellini e posto dei seri dubbi sul duo decesso. Le indagini sono state condotte da due gruppi di ricercatori dell'Ateneo e potrebbero anche far luce sulle cause della sua morte. La versione ufficiale parlò di infezione intestinale, ma alcuni storici hanno ipotizzato una morte per avvelenamento.
Il risultato della ricerca è stato la ricostruzione in 3D del possibile vero viso di Bellini. Secondo queste conclusioni ad essere inattendibile sarebbe proprio il referto autoptico ufficiale e ciò potrebbe aprire nuovi sviluppi sulle cause del decesso.
L'esame autoptico del prof. Adolphe Dalmas parlò di morte per colite ulcerosa. I ricercatori sono partiti da questo risultato, in particolare da alcune maschere del volto di Bellini.
Un primo gruppo di ricercatori ha dimostrato incongruenze con il referto medico legale ed è giunto alla conclusione che se ad essere valido fosse il referto di Dalmas, le maschere sarebbero incompatibili con il volto del musicista pur essendo riconducibili a uno stesso volto. Se invece le maschere fossero effettivamente di Bellini, allora l'analisi autoptica di Dalmas sarebbe inattendibile.
Un secondo gruppo di ricercatori ha sviluppato un software per la comparazione tra la maschera mortuaria del Museo Belliniano e 14 ritratti del compositore dell'epoca e individuato 16 punti chiave antropometrici, che sono stati analizzati e comparati con i relativi landmark.
Il punteggio più alto è stato assegnato all'opera del maestro Angelo D'Agata, che è risultata quindi la più simile al vero volto del Bellini. Copia del quadro è ora conservata nel "Museo dei Saperi e delle Mirabilia siciliane", nel Palazzo centrale dell'Università di Catania. (ANSA).
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