...Prof. Locatelli, ci potrebbe essere una 'seconda'ondata?
«È una possibilità ma non sappiamo di quale entità. Se anche arrivasse non credo avrebbe le dimensioni della prima, anzi sarebbe altamente improbabile vivere un’esperienza paragonabile a quella di febbraio-aprile. E questo per diversi motivi: la maggiore capacità di intercettare i positivi, l’organizzazione degli ospedali, le norme di comportamento, la disponibilità di mascherine grazie al lavoro del commissario Arcuri. Più di questo contro un virus respiratorio non si può fare».
Il vaccino è davvero l’unica arma definitiva?
«Sì, è l’unica strategia che permetterà di venirne fuori, per sempre. Sono in sviluppo approcci tradizionali che si accostano a piattaforme completamente nuove. Prima i vaccini si ottenevano utilizzando virus uccisi o attenuati, ora possono basarsi sull’impiego di vettori virali e di acidi nucleici. Ci sono diversi candidati vaccini avviati verso un’avanzata fase di sperimentazione.»
E l’Italia?
L’Italia è in prima fila anche dal punto di vista della partecipazione ad alcuni dei progetti più promettenti. Quando le dosi saranno disponibili penseremo a chi darle in via prioritaria. Pensiamo agli operatori sanitari, alla Protezione Civile e alle categorie a rischio vale a dire anziani e malati cronici. Non sono convinto che le dosi saranno limitate»
Sarà un vaccino sicuro?
«Non c’è nessun motivo per guardarlo con diffidenza in quanto saranno vaccini passati attraverso controlli ineludibili mirati a provare la loro sicurezza. Piuttosto preoccupano i risultati di un sondaggio secondo il quale il 41% degli italiani non sarebbero convinti di aderire a programmi vaccinali. Dovremo impegnarci tutti per far comprendere quanto sia utile proteggersi».
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