martedì 30 giugno 2020

Riapertura scuole. La ministra Azzolina non è all'altezza. Sarebbe meglio se lasciasse

Oggi Scurati, lo scrittore autore di'M', da qualche tempo collaboratore del Corriere; qualche giorno fa anche Verdelli, sempre sul Corriere, e pure la prof. Saraceno su Repubblica, dove mesi fa  aveva scritto Sergio Rizzo - da notare come brilli per assenza nel presente dibattito Il Fatto di Travaglio, a tutti gli effetti 'house organ' grillino - hanno pubblicato interventi poco teneri nei confronti della gestione della 'ripartenza'scolastica, della quale l'unica cosa apparentemente certa (?) è la data: 14 settembre, ad opera della ministra Azzolina.

Alcuni durissimi, come quelli di Scurati e Saraceno, che senza mezzi termini le hanno dato dell'incapace e di persona non all'altezza del compito.

Se l'argomento di discussione non fosse la scuola - cioè l'asset strategico fondamentale nella vita di una nazione - si potrebbe anche sorridere sulle sue reiterate uscite senza capo nè coda.

 Quando mesi fa per la prima volta la ministra , dopo aver preannunciato che aveva istituito un comitato di esperti, presieduto dal prof. Bianchi, aveva ipotizzato l'utilizzo per le lezioni 'in presenza' di parchi, cinema, teatri, oratori - per sopperire alla mancanza di spazi capaci di garantire il cosiddetto 'distanziamento' e per ovviare alle classi cosiddette 'pollaio' - Rizzo aveva prontamente replicato: ma di quale paese parla la ministra?  Fossimo in un  paese del nord Europa, o in qualunque altro paese europeo ma non  in Italia, forse  parchi, palestre, musei, cinema e teatri si presterebbero ad ospitare per un  periodo classi di studenti. Ma in Italia dove tutto è trasandato, dismesso, cadente, ci mandiamo gli studenti a deprimersi ancora di più? 
Si potrebbe continuare con le argomentazioni di Rizzo che riguardavano anche gli ingressi 'scaglionati', il trasporto scolastico,  e come conciliare il lavoro dei genitori con  le entrate a scuola dei loro figli.

Negli ultimi tempi le uscite della ministra sono state sempre più frequenti ma anche sempre più ingarbugliate; al punto che hanno suscitato necessarie correzioni da parte dell'interessata,  e la smentita perfino del presidente del suo comitato di esperti, prof. Bianchi, al quale la giornalista del Corriere che si occupa di scuola ( Fragonara) ha chiesto se era disponibile a fare il ministro della Pubblica Istruzione, al posto della Azzolina, ricevendone risposta di disponibilità.  Dunque anche il presidente del Comitato che la ministra Azzolina ha voluto, si rende conto che la ministra per la quale Lui lavora non è all'altezza, e forse cambiarla il prima possibile costituirebbe la soluzione migliore per la scuola italiana. 

Le conferenze stampa ultime, a fianco di Conte, in cui ha annunciato  stanziamenti  per la scuola - finora 2,5 miliardi - hanno aggiunto altra confusione, perchè tali stanziamenti dovrebbero servire a trovare nuovi spazi, a renderli agibili, compresi quegli esistenti,  a dotare le classi delle suppellettili necessarie, ad assumere nuovi insegnanti e personale ausiliario ecc... sì, ma quando? se siamo già a fine giugno e le scuole o gli spazi alternativi - e non sono gli unici problemi da risolvere - fra due mesi dovrebbero essere già pronti per la ripartenza? Siamo in ritardo tragico e la ministra continua a fare annunci, come se l'ora dei fatti non fosse già scoccata da tempo.

La Azzolina parla a vanvera, non è all'altezza dei suoi compiti e la sua permanenza al dicastero di Viale Trastevere, può portare gravissimi danni alla scuola italiana che nei mesi dell'emergenza è rimasta chiusa - fatto unico in tutta Europa - e di danni agli studenti ne ha recati già tanti.

Ecco perchè l'intervento di oggi di Scurati, duro ma non persecutorio, e chiaro, ultima fra le tante autorevoli voci che si sono levate del medesimo coro di critiche, dovrebbe avere un esito immediato: le dimissioni della Azzolina, prima che sia troppo tardi e che il 14 settembre faccia trovare la scuola italiana di fronte ad una nuova più grave emergenza scaturita dalla sua incapacità a gestire la riapertura, necessaria e improcrastinabile.

P.S.
un ministro all'altezza del suo compito capirebbe che prima del 14 settembre  alcune modalità del rientro ( misurazione temperatura, mascherine, distanziamento, scaglionamento entrate, classi ridotte ecc...) andrebbero provate, sperimentate, perchè non si possono improvvisare, getterebbero nella confusione più totale una ripartenza che comunque si annuncia già ricca di incognite ed imprevisti. E anche a questo Lei non ha ancora  pensato.  

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