venerdì 19 giugno 2020

Roma. E se quel festival appena annunciato e lungo tutto l'anno lo chiamassimo ROMARAMAZZA?

L'altro ieri, nell'intento di stupirci, l'assessore alla 'ricrescita' culturale', Luca Bergamo, e la sindaca del 'doppio mandato', Virgina Raggi, hanno annunciato che  quest'anno la cosiddetta 'Estate romana'  che reca un glorioso marchio di origine, quello dell'assessore Nicolini, buonanima,  a seguito dei travolgimenti che hanno interessato la società intera, si chiamerà ROMARAMA. 

Non stupitevi dello strano nuovo nome, hanno subito precisato i due, e ci hanno spiegato le ragioni che, non siamo sicuri, siano state capite; mentre ci si è domandati se non era il caso che il tempo impiegato per trovare il nuovo bizzarro nome, lo avessero dedicato ad altro, visto che di tempo, inventiva ed anche sale in zucca, non se ne vede in giro così tanto da poterlo anche sprecare, quel poco rimasto.

 Noi, nel nostro piccolo, leggendo quel nome abbiamo ricevuto una fulminazione, senza che ci fossimo messi a tavolino a pensare, per quel pochissimo che ancora ci riesce. 

E siamo venuti alla conclusione che forse, senza nemmeno pensarci, quel nome  era nient'altro che il nome  completo troncato, e cioè ROMARAMAZZA. 

Che stava a significare che a partire dall'estate Roma aveva bisogno per tutto il resto dell'anno e per quelli a venire,  di rimettere in capo tutte le RAMAZZE disponibili per togliere dalle strade  quel sudiciume che, mentre l'assessore e la sindaca pensavano al nuovo nome, si è andato accumulando.

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