lunedì 15 giugno 2020

La MUSiCA è un LAVORO.Il Governo non lo dimentichi ( da La repubblica)

È il momento di metterci la faccia e di raccontare che la musica è un lavoro". Con una foto con un cartello in mano Ghemon aderisce così alla campagna #SenzaMusica, la protesta lanciata sui social da La musica che gira l'unione di manager, produttori, artisti, musicisti, tecnici, consulenti, promoter, etichette discografiche, agenzie di booking, proprietari di live club, uffici stampa per chiedere al Parlamento di prendere in esame gli emendamenti del settore musica nel decreto rilancio "a oggi ignorati" e perché la festa della musica, il 21 giugno, non diventi una festa #senzamusica.

"Un lavoro che non è solo di cantanti e musicisti, ma di decine di migliaia di uomini e donne (e perciò di famiglie) che rivestono i ruoli più diversi" prosegue Gianluca Picariello in arte Ghemon. "Ci sono delle proposte di emendamento al dl rilancio che ci riguardano. Chiediamo che la politica non le ignori, adoperandosi per dare finalmente dignità a tutti coloro i quali lavorano con la musica. 

Per noi il 21 giugno sarà una festa #SenzaMusica". "Mi sembra superfluo dire che si tratta di chiedere attenzione istituzionale non per me" scrive Jovanotti su Instagram, "ma per la stragrande maggioranza delle persone coinvolte nell'industria musicale che operano in mille settori dietro le quinte (nei grandi, medi, piccoli e piccolissimi eventi che vanno dagli stadi alle feste di paese ai bar e ai locali dove si fa musica coi giradischi o live).

Anche Claudia Lagona meglio nota come Levante partecipa alla campagna: "Chiediamo che la politica non ignori le proposte di emendamento al dl rilancio" scrive la cantate siciliana, "adoperandosi al più presto per dare finalmente dignità a tutti coloro i quali lavorano per il bene della musica". E lo stesso chiede anche Brunori Sas: "Nella musica non lavorano solo i cantanti, ma decine di migliaia di persone che oggi sono in crisi. Ci sono proposte di emendamento al dl Rilancio che riguardano i lavoratori. Chiediamo che la politica non le ignori".

"In queste ore c'è una grande possibilità per l'Italia, dimostrare di essere un Paese civile ed evoluto perché rispetta le categorie più fragili della sua società" aggiunge Piero Pelù. "Questo è un lavoro e non solo per chi lo svolge con un microfono in mano" si legge nel post pubblicato da Ermal Meta, "ma per tutti quelli che intorno a un palco svolgono attività fondamentali che non si vedono. Sono migliaia di lavoratori senza i quali i concerti non sarebbero possibili. Chiediamo al governo di riconoscere queste posizioni professionali a dare lo stesso sostegno che è stato riconosciuto ad altri settori nell'era post Covid. La cultura è memoria storica e la musica ne è una parte fondamentale".
Da Vasco Rossi a Luca Carboni, Negrita a Subsonica, Vasco Brondi e Tosca, Mauro Ermanno Giovanardi, Mannarino e Max Gazzè, sono moltissime le foto e i cartelli pubblicati negli ultimi giorni a sostegno della campagna, lanciata anche con l'hashtag #IoLavoroConLaMusica. Nell'appello si chiede che "il governo tenga conto delle reali esigenze di un settore che produce cultura, contribuisce all'economia del Paese e conta centinaia di migliaia di lavoratori che hanno diritto alla stessa dignità degli altri". La musica che gira informa che "sono state depositate alla Camera le proposte di emendamento necessarie a far sì che il dl rilancio non sia di nuovo una legge discriminatoria per il settore musicale, ma una reale occasione di ripartenza alle giuste condizioni. Chiediamo con forza al governo che queste istanze vengano ritenute prioritarie". Inoltre l'appello rivendica una commissione congiunta di Camera e Senato dedicata all'industria musicale e che il ministero convochi al più presto un tavolo tecnico specifico.

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