Dopo le guerre mondiali dello scorso secolo, potè solo il coronavirus. E così il festival di rappresentazioni classiche più longevo d’Italia – quello dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico al teatro greco di Siracusa, 116 anni di spettacoli – rinvia al 2021 le due tragedie e la commedia previste in cartellone quest’estate ma non chiude le porte al pubblico, le apre in maniera diversa con due mesi di eventi tra prosa e musica affidati a nomi di prestigio del palcoscenico, del cinema e della tv. Dunque niente «Baccanti», «Ifigenia in Tauride» e «Le Nuvole» affidate rispettivamente alle regie di Carlus Padrissa con la catalana Fura dels Baus, a Jacopo Gassman e ad Antonio Calenda, niente cinquemila spettatori a riempire la cavea ogni giorno al tramonto per quasi due mesi e resterà dunque imbattuto il record del 2019, oltre 160mila presenze. Però era giusto aprire, il teatro chiuso sarebbe stato un brutto segnale, sottolinea Antonio Calbi, sovrintendente dell’Inda ed ex direttore del Teatro di Roma.
«È doveroso restituire l’arte, la cultura, lo spettacolo ai cittadini. Senza cultura non saremmo uomini». Si era immaginata dapprima una stagione «normale» (con i titoli già programmati) ma sarebbe stato impossibile: 800 spettatori al giorno (il massimo consentito dalle norme di sicurezza) contro i 5000 che di solito accorrono sulle pietre storiche del colle Temenite non avrebbero potuto garantire la copertura delle spese degli allestimenti e di ogni singola recita che ha un foglio paga di circa duecento persone tra artisti, tecnici, maestranze, personale del teatro. «Un viaggio complementare», dunque, questo del 2020, sempre per citare Calbi. Si parte venerdì 10 luglio con il Premio Oscar Nicola Piovani che dirigerà «L’isola della luce», dramma musicale dedicato a Apollo, su libretto di Vincenzo Cerami, composto per un ensemble, due voci, voce recitante e coro. Insieme con lui Massimo Popolizio e Tosca.
Il 17 luglio di scena Lunetta Savino con «Da Medea a Medea» di Euripide e Antonio Tarantino con le musiche dal vivo di Rita Marcotulli.
Il 25 luglio Lella Costa porterà in scena «La vedova Socrate», celebre monologo di Franca Valeri con la regia di Stefania Bonfadelli: un simbolico passaggio di testimone con l’autrice che ne fu protagonista e che appena sei giorni dopo compirà 100 anni.
Il primo agosto Luigi Lo Cascio darà voce all’«Aiace» di Ghiannis Ritsos, con le musiche dal vivo di Jupi Alcaro.
L’8 agosto Laura Morante si farà in quattro tra Fedra, Antigone, Clitennestra e Saffo per «Fuochi» di Marguerite Yourcenar con le musiche dal vivo di Rodrigo D’Erasmo (degli Afterhours) e Roberto Agostini.
Il 22 agosto toccherà ancora alle parole di Riztos per Isabella Ragonese che sarà «Crisotemi» con le musiche dal vivo di Teho Teardo.
Appuntamento di chiusura il 30 agosto con Mircea Cantor ed il suo «The sound of my body is the memory of my presence»: sulla scena Anna Della Rosa, Lucia Lavia e Galatea Ranzi e, in video, la partecipazione straordinaria di Piera Degli Esposti.
Due particolarità per questa insolita estate dell’Inda. Molti fra gli attori in cartellone non hanno mai calcato il temutissimo palcoscenico del teatro greco siracusano. In realtà non si esibiranno su quello – ed è questa la seconda particolarità – ma sui gradini della cavea di solito riservata al pubblico mentre gli spettatori staranno giù, sulla scena, seduti su poltroncine distanti due metri l’una dall’altra, in uno dei palcoscenici naturali più grandi del mondo (circa duemila metri quadri). Ma saranno solo 480 ogni sera. A Siracusa sperano che applaudano con tanta intensità da sembrare cinquemila.
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