La partita che si apre adesso è un'altra. Chi arriverà a guidare il Piccolo Teatro e soprattutto come ci arriverà. Per chiamata diretta? Tramite manifestazione di interesse, ovvero una raccolta di candidature tra cui scegliere il profilo e più adeguato? Rivolgendosi magari a un'agenzia di cacciatori di teste (come ha fatto la Scala)? Per ora non è dato saperlo, ma saranno "procedure pubbliche e trasparenti", garantisce in una nota il consiglio di amministrazione, riunitosi ieri.
Intanto finisce l'era di Sergio Escobar, direttore del Piccolo dal 1998, in scadenza il prossimo settembre. "Sergio Escobar ha confermato la volontà, già precedentemente espressa, di non chiedere il rinnovo del mandato per un nuovo quadriennio e si è dichiarato disposto a una prosecuzione - nelle forme compatibili con le norme in vigore - del proprio attuale impegno fino alla data del 30 novembre 2020, per consentire, nel frattempo, la nomina del nuovo direttore e un congruo periodo di affiancamento, come consuetudine in altre importanti Istituzioni europee".
Inevitabile che circolino dei nomi. Filippo Fonsatti, attualmente allo Stabile di Torino, Antonio Calbi, che tornerebbe a Milano dopo aver diretto il Teatro di Roma e il Teatro Greco di Siracusa, Umberto Angelini, curatore del Triennale Teatro e sovrintendente al Teatro Grande di Brescia, considerato in ascesa. Si parla anche di Antonio Latella, che dalla Biennale Teatro, potrebbe trovare collocazione al Piccolo. Prima di parlare di nomi, stando al Cda, servirebbe però ragionare sul futuro assetto da dare al teatro per poi trovare la guida più adatta.
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