L'abbiamo promesso l'altro ieri dando notizia della morte di Italo Gomez, ad una bella età, mentre Bosso, nello stesso giorno, se ne è andato a quasi metà anni di Gomez.
Promesso che avremmo raccontato come venimmo a conoscenza di Gomez e della Belgeri, e poi anche di Mauro Meli, oscuro chitarrista, e di Alessandra Abbado, figlia di Claudio.
Erano gli anni Ottanta, non ricordiamo con precisione, dovremmo andare a sfogliare la collezione di Piano Time, che abbiamo incompleta e neppure in ordine.
Facciamo seconda metà degli anni Ottanta. Piano Time, che dirigevamo, era un rivista affermata e tenuta in grande considerazione nel mondo musicale. L'avevamo inventata a e fatta uscire, presso l'editore Publitarget, ad aprile del 1983. Dunque sicuramente dopo quella data.
Era d'estate ed eravamo stati, con la famiglia al seguito, in vacanza in Austria, non ricordiamo se Salisburgo o Bregenz. Qualche particolare ci sfugge, però siamo certi che ricevemmo una telefonata da un giovane chitarrista di belle speranza che nessuno allora conosceva , che di nome faceva Mauro Meli, il quale s'era fatto promotore, in coppia con Alessandra Abbado, figlia del grande maestro, di una iniziativa musicale, il cui seme tentarono di mettere a dimora sulle rive del Lago di Como, dal nome 'Lario Musica'. Senonchè la nascita di quel seme, a loro dire, veniva in ogni modo ostacolata da una 'erbaccia' - chiamiamola così per continuare nel paragone - che si chiamava 'Autunno Musicale', che naturalmente erbaccia non era, ma che voleva far terra bruciata per qualunque altra iniziativa musicale si volesse impiantare sulle rive del Lago.
L'Autunno musicale esisteva già da un ventennio, quando sulle rive del Lago decisero di piantare la loro tenta i due giovani di Lario Musica. L'avevano fondato Italo Gomez e Gisella Belgeri nel 1967, e la sua storia che arriva fino ad oggi attesta dei suoi grandi innegabili meriti. Che però non potevano esser ragione sufficiente per impedire che altre iniziative musicali sorgessero in quello che, senza ragione, ritenevano un loro territorio ' esclusivo'.
Lario Musica era prevalentemente un 'laboratorio musicale', mentre l'Autunno musicale faceva leva sul festival annesso a tutte le altre attività anche di ricerca, alcune rivolte alla musica sacra.
Da quei due giovani ci lasciammo coinvolgere e sposammo in pieno la loro causa lanciandoci in loro difesa e 'svergognando' con un editoriale durissimo su Piano Time il sopruso messo in atto
dalla coppia, allora nella vita come nell'arte, Gomez-Belgeri.
Naturalmente dopo quell'attacco, noi la coppia e la coppia noi ci guardammo in cagnesco a lungo, anche quando Gomez, nella sua varia attività di direzione artistica, esercitata anche alla fenice, avviava iniziative degne di nota.
A Lario Musica, sinceramente, non ricordiamo cosa sia accaduto dopo, e quanti altri anni ancora abbia proseguito. Non molti, se a distanza di qualche anno appena, incontriamo i due giovani a Ferrara, per Ferrara Musica, in occasione di un concerto inaugurale di stagione e forse anche di attività. E forse, anzi senza forse, lì, e poi sempre in seguito, il 'babbo' Claudio Abbado giocò un ruolo. E così sua figlia Alessandra - l'altro suo figlio Daniele, allora muoveva i primi passi come regista, a fianco del padre a Berlino, lo ricordiamo bene - entrò dalla porta principale nel mondo della musica dove ancora oggi è attiva, come del resto, lo è anche Meli, in diversa occupazione.
La nostra difesa dei due giovani, e l'attacco alla coppia dell'Autunno Musciale, erano dettate da ragioni ovvie: la difesa della nascita di una nuova iniziativa e l'attacco allo strapotere dei dirigenti dell'Autunno Musicale.
Come andò in seguito con Meli-Abbado e con Gomez-Belgeri?
Con Meli-Abbado nessun rapporto ne conseguì. Avevano ottenuto quel che neppure speravano, attraverso una difesa disinteressata che a loro nulla era costata, e questo gli era bastato; mentre con Gomez-Belgeri i rapporti divennero buoni, qualche anno dopo. E già che ci siamo arriviamo alla conclusione del racconto.
Mai più nessun rapporto con la coppia dei diversamente giovani, salvo che con Alessandra Abbado che, alla fine degli anni Novanta ed inzio dei Duemila, ritrovammo, per necessità, sulla nostra strada, quando facevamo con Lubrano, All'Opera! u Rai Uno.
Per una puntata di All'Opera! avevo scelto una produzione di 'Ferrara Musica': Così fan tutte, diretta da Abbado, con la regia di Martone, se ben ricordiamo. Chiammao Alessandra informandola della nostra intenzione. Le parlammo anticipandole che le avremmo fatto avere l'elenco dei brani dell'opera mozartiana che avevamo scelto di trasmettere, chiedendole formale autorizzazione.
Alessandra, che non sentimmo più da quel momento in avanti (ormai Lario Musica era lontana e Lei non riteneva di doverci almeno rispetto, non diciamo gratitudine) ci fece rispondere da Lorenzo Fasolo, allora direttore artistico di Ferrara Musica - Meli navigava ormai in acque lontane da quelle in cui nuotava placida Alessandra - con una lettera di appunti e controindicazioni prive di senso, quasi nell'intento di darci una lezione tecnica di musica. Rispondemmo che quelle scelte seguivano una logica, la nostra;
altre potevano esserci se affidate a persona diversa da noi, perciò c prendevamo atto della negata autorizzazione ad utilizzare quella loro produzione. A nostra volta rispondemmo che avremmo utilizzato per quello stesso titolo mozartiano che avevamo inserito nella serie di trasmissioni prevista quell'anno, una diversa produzione, A quel punto giunse da Ferrara, sempre a firma Fasolo, un seconda lettera con l'accettazione delle nostre scelte, e dunque con l'autorizzazione ad utilizzare la loro edizione, dietro pagamento dei diritti... chiaro? Alessandra scomparsa!!! Tutto ciò accadeva prima che suo padre fosse colpito dalla terribile malattia che sappiamo, e mentre Lei gestiva per incarico del padre, gli 'affari' italiani dei Berliner.
Italo Gomez, invece, ce lo fece incontrare il barone Agnello, indimenticato protagonista della vita musicale italiana. Per farsi perdonare una cosa e per farci incontrare 'in veste ufficiale' Italo Gomez. Sarebbe lungo raccontare tutta la storia, sta di fatto che in occasione del progetto gestito, per conto del Ministero, da Gomez, ed affidato per la realizzazione al CIDIM e all'ISMEZ, intitolato 'Viaggio europeo di Mozart', di durata triennale, presentammo al barone un nostro progetto che lui apprezzo molto e fu contento di finanziare, perchè vi ravvisò l'occasione per farci 'far pace' con Gomez, al quale avremmo dovuto fare necessariamente riferimento. Quel progetto, che realizzammo nell'estate del 1990, e che riguardò i Conservatori di musica, si intitolava 'Amadeus Giovani' ( ne abbiamo parlato anche in questo blog, e molti dei giovani di allora, alcuni dei quali diventati oggi noti musicisti in ogni campo, ancora se ne ricordano!). La cosa filò liscia, ma con Gomez i rapporti terminarono lì, non vi fu dopo altra occasione di collaborazione.
Mentre con Gisella, alla quale porgiamo le condoglianza, i rapporti si sono poi nel tempo intensificati; con lei abbiamo lavorato molto spesso a progetti comuni e di lei abbiamo sempre avuto grande stima.
Sia chiaro che Gisella per la musica ha fatto moltissimo in Italia.
A differenza di Meli e Alessandra Abbado che hanno fatto sì qualche cosa per la musica, ma soprattutto hanno fatto molto per loro stessi, attraverso la musica. E più non diciamo.
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