Diecimila volte grazie. Grazie alle diecimila persone, ai musicisti, agli artisti, ai lettori, agli appassionati che in pochi giorni hanno sottoscritto sulla piattaforma change.org la petizione Lo spettacolo dal vivo deve ripartire, che ora è nelle mani del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Un paio di settimane fa insieme con i direttori responsabili di Classic Voice, L’Opera, Musica e SuonareNews abbiamo sentito l’esigenza di non restare alla finestra delle nostre redazioni in lockdown e di fare qualcosa per il mondo che ogni giorno raccontiamo e viviamo, lanciando la nostra petizione. In quel momento c’era il silenzio intorno al tema della ripartenza in questa nuova Fase 2 anche dello spettacolo dal vivo, settore ignorato sino ad allora dai DPCM emanati dal Governo e colpito da una crisi che potrebbe divenire irreversibile.
Musica, opera, danza, le performing arts – ancor più di altri asset culturali come musei e biblioteche – erano i grandi assenti dal dibattito sulle graduali riapertura di comparti strategici dell’attività produttiva italiana. Assenti con i loro lavoratori, con i loro problemi di tutela e garanzie occupazionali, con i numeri del Pil cui contribuiscono, con l’indotto economico capaci di produrre in altri settori, il turismo e la ristorazione in particolare.
Ma nei giorni scorsi, in concomitanza con il nostro appello, qualcosa ha cominciato muoversi. Realtà importanti come Ravenna Festival, Arena di Verona, Opera di Roma, Macerata Festival hanno lanciato protocolli, progetti o anche solo idee per l’estate imminente. E anche il Teatro alla Scala ha sorpreso un po’ tutti con il suo annuncio di una ripresa già a settembre. Agis con Federvivo e Anfols ha incontrato il ministro Franceschini presentando istanze, problematiche e proposte.
Qualcosa sta cambiando. Segnali di vita e di voglia di tornare a vivere. Certo, va detto che le misure per ora ipotizzate dal comitato tecnico scientifico del Governo appaiono davvero stringenti: il tetto massimo di persone presenti in un luogo chiuso non dovrebbe superare il numero di 200. All’aperto, il massimo consentito sarebbe di 1.000 persone (il progetto dell’Arena di Verona ne ipotizza invece 3.000 circa contro gli abituali 13.500). E il numero comprenderebbe gli spettatori, gli artisti e tutto il personale tecnico, in entrambi i casi. Pensate a quante persone compongono un coro o un’orchestra sinfonica…
Ma anche i progetti presentati e immaginati sono innovativi e non banali, li abbiamo raccontati e li stiamo raccontando quotidianamente. Idee nascono ogni giorno, la creatività degli artisti e la competenza di organizzatori e lavoratori abituati a rendere vero l’immaginario e la loro capacità di sognare e farci sognare potrà sorprenderci. E l’Italia potrebbe divenire un modello internazionale per una nuova modalità di fruizione dello spettacolo dal vivo.
Quindi ancora grazie ai grandi musicisti che hanno dato subito il loro appoggio al lancio della petizione garantendo copertura stampa e visibilità; e grazie a quelli che si sono uniti a loro in seguito: sono stati tantissimo e ci hanno reso orgogliosi di rappresentare una comunità. Dagli artisti celebri nel mondo (come Morricone, Muti, Chailly, Pollini, Pappano, Gatti, Accardo, Michieletto, Cecilia Bartoli, Carla Fracci, Emma Dante…) ai più giovani brillanti musicisti che ci rendono orgogliosi e fiduciosi nel futuro come Beatrice Rana o Michele Mariotti.
Grazie anche alle associazioni di categoria, non solo musicali come Cidim e Aiam: l’adesione di Agis è stata fondamentale e ci ha fatto capire che ci stavamo muovendo nella direzione giusta, che progettare la riapertura era una necessità non più procrastinabile. Tra le molte altre anche Confturismo e Impresa Cultura Italia di Confcommercio hanno aderito con convinzione comprendendo lo spirito propositivo della nostra iniziativa.
Infine grazie a Filippo, organizzatore tenace e pragmatico e ad Andrea, Nicola e Sabino. Ognuno di noi ha messo passione, tempo e impegno in questa battaglia comune.
William Shakespeare scrive nella Dodicesima notte una frase che è pure il verso di un Song di Henry Purcell: «If music be the food of love, play on». Noi vogliamo (solo) continuare a suonare.
Paola Molfino
direttore responsabile Amadeus
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