Il capogruppo del M5s in Campidoglio Giuliano Pacetti rompe il tabù dei grillini romani su una eventuale ricandidatura di Virginia Raggi in Campidoglio - al momento non concessa dalle regole M5s visto che Raggi è al secondo mandato (il primo da consigliera) - e lancia l’hashtag #VirginiaRaggi2021.
Sulla scorta di quanto detto oggi al Fatto Quotidiano dal reggente del Movimento Vito Crimi, “penso che si debba discutere della permanenza del vincolo per chi amministra, dovrebbe poter lavorare in un’ottica pluriennale quindi una riflessione va fatta, il mondo cambia e dobbiamo tenerne conto”, Pacetti - fedelissimo della Raggi - lancia quindi l’ipotesi ricandidatura per il prossimo anno. “Non posso non condividere le parole di Crimi”, scrive su Facebook il capogruppo dei 5 Stelle romani.
E ancora: “Quando abbiamo iniziato il nostro lavoro siamo partiti da zero, Roma era stata devastata: i conti non erano in ordine, non c’era programmazione, si andava avanti con affidamenti diretti, un’urgenza dopo l’altra. Questo oggi non succede più e sarebbe più che giusto continuare a raccogliere i frutti di quanto seminato e avere il tempo di veder realizzata completamente la nostra visione di città”. Fino ad oggi alla domanda su una eventuale ricandidatura, la Raggi ha sempre glissato: “Non è il momento di parlare di poltrone”.
Le parole del reggente pentastellato Vito Crimi che aprono a una deroga alla regola dei due mandati per i sindaci grillini (come Chiara Appendino a Torino e Virginia Raggi a Roma), non piacciono a Roberta Lombardi, figura di spicco del Movimento e componente del Comitato di garanzia pentastellato. “Gianroberto Casaleggio - spiega Lombardi all’Adnkronos - diceva ‘ogni volta che deroghi ad una regola, praticamente la cancelli’. Quindi io dico basta deroghe”. Lombardi chiede un confronto pubblico sul tema in occasione degli stati generali, fase congressuale più volte evocata e rinviata, anche a causa dell’emergenza coronavirus: “Se vogliamo parlare di superamento della nostra regola interna del limite dei due mandati, si faccia apertamente e pubblicamente in un consesso adatto come gli stati generali, quando potremo tenerli. Poi - insiste Lombardi - si voti per decidere una volta per tutte e ognuno ne trarrà le debite conseguenze. Sia gli eletti, che gli attivisti, che gli elettori”.
Nessun commento:
Posta un commento