giovedì 28 maggio 2020

Il licenziamento di Carlo Verdelli deve far capire le vere intenzioni del nuovo padrone

L'uscita di Verdelli -  il  suo licenziamento, chiamiamo le cose con il loro nome - che non si erano ancora  insediati il nuovo padrone ed i suoi manager nel ranch acquistato dai De benedetti, doveva aprire gli occhi a tutti gli osservatori oltre che alle redazioni del gruppo.

Al direttore non avevano permesso neanche di scrivere un saluto ai lettori. Quell'eterno fanciullo dalla faccia d'angelo è veramente una b... venne da pensare.  E Molinari, che è succeduto a Verdelli, non avrebbe dovuto consentire una scorrettezza così grande , anzi una infamia professionale. E, invece, no. E non è l'unica del nuovo direttore; solo la prima, anche se indiretta.

Mutatis mutandis, e nel nostro piccolo, anche a noi è toccato nelle diverse direzioni di riviste, di non poter salutare i lettori nell'ultimo numero da noi diretto, perchè l'editore nell'un caso come nell'altro lo ha vietato. Si sa, quando si ha a che fare con delle bestie, non ci si può aspettare che si comportino altrimenti.

Da quando si è insediato, Molinari ha preso a condividere in prima pagina, l'editoriale domenicale con il fondatore Scalfari. Si tratta di una sfida, di affronto inqualificabile. Molinari può scrivere editoriali ogni giorno. Non gli basta, benchè ne scriva.  La domenica, serve invece a mettere le cose in chiaro: caro Scalfari, chi comanda sono io, goditi la pensione! E Scalfari, anche per l'età  ed il prestigio, avrebbe dovuto -  è ancora in tempo per farlo - lasciare per protesta il giornale. Non l'ha fatto,  ed anzi nel suo primo editoriale dell'era Elkann - forse è preferibile chiamarla così piuttosto che 'era Molinari', immaginandosi la totale ubbidienza al padrone - ha detto di aver parlato con il successore di Verdelli e di aver ricevuto assicurazioni: Quali, Barbapapa?

Poi nei giorni scorsi un'altra uscita clamorosa da Repubblica, quella di Gad Lerner che negli ultimi mesi era rientrato al giornale. Dove si è detto di non poter più lavorare secondo le sue idee, ed è passato  al Fatto di Travaglio che ogni giorno gliele canta ai giornaloni e soprattutto a  Stampubblica. 

Quanto a Lerner, lasciatecelo dire, se non quest'ultima, le altre uscite da giornali e tv,  gli hanno sempre fruttato bei soldi;  gli è andata sempre bene, anzi benissimo, al pari di 'Fabbio' (Fazio) che è sempre andato via con le tasche piene, e senza neanche una    lacrimuccia, mentre tante ne versa immancabilmente nelle sue trasmissioni, ci credo!

E' notizia di ieri, infine, che il Corriere  ha rivoluto Carlo Verdelli - è guerra fra i giornaloni - che in quel giornale ha fatto, prima di approdare  a Repubblica, e alla Rai prima, tutta la sua carriera, fino a divenirne vice direttore. Per Verdelli insomma un ritorno a casa, richiamato da Fontana. 

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