mercoledì 13 maggio 2020

Teatri, concerti. Adesso che la tanto agognata riapertura potrebbe essere vicina, tutti hanno paura, ANZI SONO letteralmente TERRORIZZATI

Non c'è solo l'Opera di Roma,  fra le istituzioni musicali importanti di questo paese, che hanno presentato un progetto di riapertura quest'estate, a luglio. 

Prima dell'Opera di Roma, un progetto è arrivato a Franceschini dal Ravenna Festival, che non intende rinunciarvi e rimandare tutto al 2021; anche l'Arena di Verona ha ripensato lo spazio scenico del grande anfiteatro, con una soluzione che ha certamente dello scenografico, ma  della quale non sappiamo se avrà efficacia   sotto il profilo acustico e musicale. Intanto a concerti, l'opera più avanti:  il calendario pensato per il 2020 è stato così com'era procrastinato all'estate prossima, quando, si spera la tragedia della pandemia sarà terminata.

Salvo queste rare eccezioni, molte delle istituzioni musicali italiane, e quelle più importanti, hanno pensato solo a come ripartire con un 'evento' da vetrina. Lo ha fatto Santa Cecilia, lo ha fatto anche la Scala. Ma a come riprendere la normale attività nessuna ancora ha pensato, sebbene tutte si siano lamentate della chiusura forzata.

Insomma ora che sembrerebbe avvicinarsi una possibile riapertura,  per riprendere l'attività per la quale esistono e vengono finanziate, tutte indistintamente hanno paura, anzi sono letteralmente terrorizzate. Non sanno come muoversi - Incapaci, di farlo? - 
Oltre che per le modalità di ripresa,  mostrano grande preoccupazione per i prossimi bilanci che saranno più 'rossi' di sempre. 

 Ci è venuto in mente allora, a proposito di bilanci, quanto leggevamo negli anni passati. E cioè che tenere aperto un teatro voleva dire  aumentare il deficit, e che quindi per avere bilanci in ordine, un sistema c'era, ed era quello di essere inattivi, bastando i fondi pubblici a 'mantenere' il personale, e pochissimo a proseguire l'attività.

Ora quella tragica riflessione è diventata  un dato di fatto, e tutti tremano! Ma è tempo di mostrare, da parte di coloro che  sovrintendono alle istituzioni, cosa sanno fare. Altrimenti ci confermeranno nella convinzione, per noi granitica, che buona parte di loro è stata messa lì per ragioni lontane dalla competenza.
Per quali allora? Meglio star zitti!

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