martedì 26 maggio 2020

VENTIEVENTI 2020.Progetto di rilancio attività di spettacolo Fondazioni Lirico-Sinfoniche


      Progetto di rilancio nella fase 2 delle attività produttive 
       dello spettacolo per le Fondazioni Lirico Sinfoniche

1. Presentazione d’insieme
2. Ministero, Fondazioni, RAI
3. Lucia di Lammermoor al Castello; grandi produzioni economiche
4. La Strada all’Arena, omaggio a Fellini; balletti brevi
5. Cavalleria Rusticana in Piazza; opere brevi e sponsor moda
6. Conclusioni

1. Presentazione d’insieme
Siamo un gruppo di lavoratori dello spettacolo attivi nel settore lirico sinfonico, che sta sviluppando una serie di progetti di messinscena di opere liriche e balletti all’aperto per rilanciare le attività produttive dello spettacolo. La nostra idea è partire dalla creazione di un sistema di coordinamento volto a coinvolgere tutti gli enti lirico sinfonici interessati, fino ad arrivare allo studio dettagliato di soluzioni puntuali, con progetti mirati alla regia, alle scenografie e ai costumi del singolo spettacolo, con il coinvolgimento di operatori del settore delle riprese audio-video per la diffusione in streaming.
Riteniamo fondamentale utilizzare un formato che includa diversi canali per poter offrire un’opera all’aperto con una parte di pubblico in loco e un’altra parte in streaming, utilizzando spazi urbani funzionali alla messinscena dell’opera che abbiano le caratteristiche architettoniche richieste dal libretto, anche in virtù dell’economia della produzione, e attraverso il riadattamento delle scenografie e dei costumi di repertorio rispettando i gusti registici e puntando alla soddisfazione della domanda operistica per i diversi tipi di pubblico pagante nelle varie piattaforme.
Punto fondamentale di questo progetto è la volontà di tutelare il più possibile tutti i lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche sospesi per questa emergenza sanitaria e di unire competenze del servizio pubblico RAI, coinvolgendo operatori e figure professionali che si trovano in questo momento in una situazione di difficoltà a causa delle restrizioni portate dal virus.
Si tratta di innescare percorsi di collaborazione per la coproduzione delle opere liriche, volti alla ripresa delle attività di tutti gli enti lirico sinfonici - e non solo - presenti su tutto il territorio nazionale, per essere pronti ad accogliere il pubblico da settembre a ottobre, sia fisicamente che virtualmente, nella messa in scena di opere e balletti realizzati in spazi aperti nel rispetto delle nuove regole di contenimento del Covid-19.
Il ricavato verrà utilizzato per sostenere le spese della messa in opera e per la compensazione degli stipendi di tutti i dipendenti coinvolti che in questo momento si trovano in cassa integrazione in deroga.
Attraverso il contenimento delle spese di produzione, sostenibili e solidali, si attiverà una catena di scambio di lavoro tra le Fondazioni, volta al sostentamento delle stesse per potersi riappropriare del patrimonio lirico, ormai assente da mesi nei teatri chiusi al pubblico, trovando soluzioni funzionali alle esigenze.

2. Ministero, Fondazioni, RAI
Si propone al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali di farsi finanziatore del progetto, dettare le regole ed essere promotore della ripartenza del settore, per poi gestire e distribuire le entrate ai vari enti su tutto il territorio nazionale.
Contiamo sulla responsabilità e l’interesse del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali nel fare riprendere le attività delle Fondazioni Lirico Sinfoniche coinvolgendo RAI, sindaci e regioni, a beneficio non solo dei teatri operistici ma di tutta la cittadinanza che, oggi più che mai, è sensibile all’emozione che offre l’opera dal vivo come rigenerante esperienza di bellezza. È necessario creare le condizioni affinché l’opera stessa possa adeguarsi alla nuova normalità, per poter rinnovare l’esigenza della presenza a un evento unico, condividendo e dando continuità e appartenenza al patrimonio lirico nazionale; una risposta di civiltà cui ci si aspetta di vedere un altrettanto grande risposta solidale di pubblico.
La proposta è di calendarizzare nel mese di settembre e ottobre 2020 un cronoprogramma nazionale di rappresentazioni di opera e balletto in luoghi urbani all’aperto con un numero di ingressi contingentati nel rispetto delle regole e in base agli spazi a disposizione, per una capacità massima di mille persone. Per quanto modesta possa essere tale programmazione, essa ha come fine il dare un segnale al paese e innescare un piccolo ma necessario input di ripartenza.
Dagli ultimi aggiornamenti del Comitato Tecnico Scientifico è evidente come per fare ripartire il settore si stia puntando sulle rappresentazioni outdoor. Per non lasciare indietro nessuno è necessaria un’azione coraggiosa e unica, come unica è l’emergenza che stiamo vivendo oggi, una scelta di solidarietà che unisca tutte le energie per un “nuovo” approccio al sistema organizzativo e gestionale delle Fondazioni, coordinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, in attesa della fase 3.
Il progetto prevede di ottemperare alle prescrizioni normative del Governo utilizzando più soluzioni tecnologiche possibili per la risoluzione dei problemi, come la necessità di utilizzo di microfoni per poter soddisfare le esigenze acustiche di uno spazio aperto e delle riprese in diretta streaming, oltre che dare modo di rispettare il distanziamento sociale ai componenti dell’orchestra, ai cantanti e ai coristi.

Creare un canale che unisca lo spettacolo dal vivo all’aperto negli spazi urbani alle dirette streaming comporta un coinvolgimento di operatori audiovisivi che potrebbero essere attinti sul territorio nazionale dal servizio pubblico della RAI, operatori che, anche se in numero inferiore, sono anch’essi in crisi per le conseguenze di questa emergenza sanitaria.
L’ideale sarebbe creare un coordinamento nazionale presieduto dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, da cui venga individuata una strategia di cooperazione di tutti gli enti interessati al progetto per reperire e produrre allestimenti scenografici, costumi e tutto il necessario, creando una filiera solidale che ha come fine la ripartenza di tutti i reparti e dare la possibilità a chi è più in difficoltà di allinearsi per riprendere le attività tutti insieme, pur alzando i “sipari” a turno.
Supponiamo che Il Ministero decida di commissionare delle scenografie al Teatro dell’Opera di Roma e al Teatro alla Scala, affinché possano realizzare un piccolo allestimento doppio (per avere la possibilità di avere due allestimenti in 2 città diverse e risparmiare sui tempi e i costi di montaggio, smontaggio e trasporto) di proprietà del Ministero, elementi scenici che il Ministero stesso potrà poi mettere a disposizione di tutti gli enti lirici al fine di fare girare lo stesso allestimento eseguito dalle diverse orchestre, dai diversi cori, dai tecnici e da tutte le altre figure professionali dei vari teatri, a turno a seconda della città in cui viene progressivamente eseguita l’opera. Sarà premura del sindaco presidente e dell’assessore della cultura della città dell’ente lirico che eseguirà l’opera delineare e organizzare gli spazi scelti, idonei e conformi alle esigenze necessarie per la riuscita.


Contando su un pubblico in loco più numeroso in uno spazio all’aperto rispetto a quello che si potrebbe avere in teatro e su di un pubblico nazionale e internazionale sulla piattaforma in streaming, con la possibilità di avere anche delle proiezioni in diretta nei cinema all’aperto situati nelle città, si può sperare di avere delle entrate superiori a quelle previste attualmente.
Con un sistema di prenotazione preventiva, in base alla richiesta del pubblico, si potrebbe definire un calendario stabilendo un titolo operistico che, appunto sulla base della domanda, potrebbe fare dalle 14, il numero delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, a un massimo di 28 repliche totali in 14 piazze diverse, dal Castello Sforzesco di Milano al Castello di S. Michele di Cagliari.


3. Lucia di Lammermoor al Castello; grandi produzioni economiche
Questo progetto porta come esempio l’opera “Lucia di Lammermoor” per due ragioni: come segno di vicinanza a Bergamo, città che più ha sofferto per la pandemia, scegliendo un’opera di Gaetano Donizetti, autore bergamasco, e perché il libretto dell’opera si presta a una rappresentazione all’aperto.
Vivendo a Milano abbiamo voluto fare degli esempi di messinscena in spazi urbani concreti, in luoghi che ben conosciamo, come il Castello Sforzesco, che è solito ospitare una programmazione di eventi estivi, ma si potrebbe ipotizzare un evento operistico in altri luoghi, come ad esempio la Stazione Centrale, che siamo più abituati a veder fare da sfondo a sfilate o concerti pop di una certa importanza. Avere la possibilità di vivere per le strade un’opera lirica in questo momento storico è un’ottima occasione di appropriazione culturale urbana che vale anche per tutte le altre città.
Sfruttando la scenografia architettonica “naturale” del Castello Sforzesco si favorirebbe un'interpretazione classica dell'opera con costumi tradizionali dell'epoca reperibili nei magazzini teatrali. La scenografia vera e propria, da costruire ex novo, sarebbe necessaria quindi soltanto per le scene del dramma che si svolgono all'interno delle sale del castello; potrebbero essere anch’esse elementi scenici e di attrezzeria di recupero o realizzate specificatamente, soluzioni pensate per avere un buon contenimento delle spese di allestimento.
La Piazza d'Armi all'interno del castello diventa il teatro, la platea composta da sedie distanziate rivolte sul lato della Porta del Carmine, il porticato a colonne sovrastante la muraglia viene adibito a secondo palcoscenico e usato in particolare dal coro per il rispetto del distanziamento. Le pause non saranno come di consueto tra un atto e l’altro ma saranno scandite dal cambio dei quadri tra interno ed esterno, intervalli necessari per dare la possibilità ai tecnici di effettuare il cambio di scena in sicurezza nel rispetto delle nuove norme sanitarie.
L’opera sarà filmata dai tecnici RAI per la diffusione in streaming e la trasmissione in diretta ai cinema all’aperto.

4. La Strada all’Arena, omaggio a Fellini; balletti brevi
Tra gli accorgimenti per contenere i rischi del contagio da virus esiste quello di ridurre il più possibile i tempi di esposizione; proposte avanzate da alcuni teatri italiani prevedono infatti di dividere uno spettacolo in due appuntamenti. A questa soluzione troviamo più funzionale la scelta di spettacoli più brevi. Portiamo quindi come esempio il balletto “La Strada” del milanese Nino Rota da presentare all’Arena Civica Gianni Brera di Milano; il titolo è stato scelto anche come occasione per celebrare il centenario della nascita di Federico Fellini. Qualora si volesse integrare un altro balletto breve, l’architettura dell'anfiteatro ci suggerisce di scegliere “Carmen” di Georges Bizet (esiste un allestimento con scene e costumi di Luisa Spinatelli di produzione del Teatro alla Scala).
In una cornice tutta milanese, l’architettura dell’Arena Civica ci regala spunti e suggestioni a tutto tondo del circo felliniano; “La Strada” ha avuto infatti il suo debutto proprio a Milano al Teatro alla Scala nell’ allestimento di Luciano Damiani. Qualora si volesse poi risparmiare sulle scene e sui costumi, i magazzini del teatro dovrebbero ancora conservare l’allestimento originale, e questo balletto potrebbe essere condiviso con altre città sulla base della ricorrenza del grande cineasta riminese.

Prendendo in considerazione alcune strategie per fare ripartire il settore puntando sugli spettacoli all’aperto, riflettiamo su ciò che accade in altre realtà, come allo Sferisterio di Macerata, al Festival di Ravenna e in particolare all’Arena di Verona; quest’ultima ha infatti di recente programmato una serie di eventi per il mese di agosto dal titolo “Nel Cuore della Musica” e aprirà al pubblico accogliendolo esclusivamente nella cavea, come avveniva in origine, per tornare a utilizzare l’ellisse dell’arena come palcoscenico. Tutte le città possono utilizzare architetture simili e complementari, basti pensare agli stadi. Come già detto, in una visione collaborativa e unitaria delle Fondazioni si potrebbe estendere una programmazione su scala nazionale di tutto il settore lirico sinfonico condividendo gli allestimenti compatibili.
Tutti speriamo di ritornare al più presto nei teatri come in passato, ma non sarebbe del tutto insensato studiare un piano secondario progettando soluzioni che possano rendere fruibili architetture e arene all’aperto anche in inverno, qualora la fase 2 dovesse protrarsi. Utilizzando le risorse stanziate dal Governo nel Pacchetto Norme per la Cultura e per il Turismo sarebbe estremamente utile e lungimirante pensare di fare investimenti che vadano in questa direzione, per tempo, così da poter pensare alla realizzazione di possibili soluzioni alternative e superare l’ostacolo delle 200 presenze totali all’interno dei teatri.

5. Cavalleria Rusticana in Piazza; opere brevi e sponsor moda
Se l’orientamento futuro sarà la scelta di evitare spettacoli di lunga durata per optare invece per brevi opere, ipotizziamo qui una rappresentazione nel cuore del centro di Milano, in Piazza del Duomo, di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, ricordando l’ultima produzione del Teatro alla Scala per la regia di Mario Martone; un allestimento essenziale che potrebbe essere utilizzato sul sagrato del Duomo, trasformato per l’occasione in palcoscenico, e potrebbe quindi essere una soluzione di messinscena tra le più economiche, pur senza tralasciare l'impatto scenico.
Prevedere quali conseguenze ci riserva il futuro è affare di scienziati, da cittadini lo scopriremo soltanto giorno dopo giorno; da ieri sono riprese le attività nei ristoranti, nei bar, nei negozi e siamo in attesa di vedere come la cittadinanza risponderà.
Prendendo in considerazione la possibilità che alla riapertura dei teatri e delle arene non vi sia la risposta sperata della partecipazione fisica degli spettatori, è evidente che solo con lo streaming lo spettacolo dal vivo non sarà sostenibile neanche per le Fondazioni. Sappiamo quanto l’importanza degli sponsor nel nostro paese sia diventata fondamentale per fare sopravvivere le realtà del mondo lirico. Per compensare i mancati introiti bisognerà quindi creare altre opportunità e gli sponsor, oggi più che mai, potrebbero contribuire a rilanciare il settore in questa fase, con la partecipazione alla creazione dell’evento operistico e con un ritorno di investimento che possa concretizzarsi in un maggiore coinvolgimento anche in eventi collegati ma non funzionali alla messinscena di opere liriche. Per uscire da questa crisi si potrebbe infatti sposare la causa dell’apparato artistico e del patrimonio nazionale alle grandi firme italiane, prendendo ad esempio la moda, anch'essa facente parte del nostro immenso patrimonio culturale.



6. Conclusioni
Il Governo ha deciso di procedere con le riaperture dei teatri dal 15 giugno nonostante le linee guida del Comitato Tecnico Scientifico e dei ricercatori dell’Inail siano molto rigide, attendiamo ora il DPCM per i dettagli.
L’impatto con le nuove misure di sicurezza, com’è prevedibile, non sarà facilmente sostenibile, la riduzione delle entrate di pubblico nelle sale al chiuso per un massimo di 200 posti inclusi i tecnici e le maestranze, le regole di igiene, del distanziamento sociale e tutte le altre incognite alla quale bisognerà adeguarsi fanno presagire una lenta ripresa, sul lungo termine. Le incertezze su quel che ci riserverà il futuro creano non pochi dubbi sulla strategia da adottare per la ripartenza nel prossimo futuro; il “Fondo Cultura” è un ottimo segnale delle istituzioni a una proposta nata dal giornalista Pierluigi Battista, un gesto di sensibilità che ha coinvolto la cittadinanza, “una boccata di ossigeno” necessaria per orientare le scelte future che, come anche da noi prospettato, puntano molto sulle nuove tecnologie, sul digitale e in particolare sul coinvolgimento di un nuovo pubblico; fattori decisivi se davvero si vuole creare un’economia sostenibile del settore.
Le tempistiche sono un altro elemento fondamentale; se una squadra di calcio si allena per un mese prima di riprendere le competizioni del campionato italiano, l’apparato operistico richiede più tempo, e per questo confidiamo in una programmazione mirata alla ripresa delle attività di produzione che consenta di stabilire un nuovo approccio al lavoro di ogni singolo reparto, con la consapevolezza che il rischio potrebbe essere quello che, alla data dello spettacolo programmato, si possa eseguire una versione dell’opera anche senza pubblico dal vivo e senza scenografia – nella possibilità infausta che il contagio riprenda vigore –, così da far comunque vivere l’opera, quanto meno nella sua essenza.
Teniamo a precisare che abbiamo proposto soluzioni semplificate per dare l'idea di base, gli argomenti andrebbero naturalmente approfonditi; inoltre i nostri riferimenti sono alle produzioni scaligere perché, essendo lombardi, il Teatro alla Scala è la realtà che meglio conosciamo; tuttavia riteniamo naturalmente che tutte le Fondazioni, pari per importanza, abbiano la facoltà di farsi promotrici di iniziative di ripartenza nello spirito della collettività e della solidarietà con le altre Fondazioni Lirico Sinfoniche.
Speranzosi che questo nostro progetto possa essere un contributo atto a dare spunti costruttivi, affinché in questo momento storico si possa prendere coscienza che siamo una comunità, sarà da subito necessario unire le forze per ripartire insieme.

Con l'auspicio di rivederci al più presto all’opera, ringraziamo per l’attenzione accordataci.

Distinti saluti
Ventieventi2020





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