Progetto di
rilancio nella fase 2 delle attività produttive
dello spettacolo per
le Fondazioni Lirico Sinfoniche
1. Presentazione d’insieme
2. Ministero,
Fondazioni, RAI
3. Lucia di
Lammermoor al Castello; grandi produzioni economiche
4. La Strada
all’Arena, omaggio a Fellini; balletti brevi
5. Cavalleria
Rusticana in Piazza; opere brevi e sponsor moda
6. Conclusioni
1. Presentazione
d’insieme
Siamo
un gruppo di lavoratori dello spettacolo attivi nel settore lirico
sinfonico, che sta sviluppando una serie di progetti di messinscena
di opere liriche e balletti all’aperto per rilanciare le attività
produttive dello spettacolo. La nostra idea è partire dalla
creazione di un sistema di coordinamento volto a coinvolgere tutti
gli enti lirico sinfonici interessati, fino ad arrivare allo studio
dettagliato di soluzioni puntuali, con progetti mirati alla regia,
alle scenografie e ai costumi del singolo spettacolo, con il
coinvolgimento di operatori del settore delle riprese audio-video per
la diffusione in streaming.
Riteniamo
fondamentale utilizzare un formato che includa diversi canali per
poter offrire un’opera all’aperto con una parte di pubblico in
loco e un’altra parte in streaming, utilizzando spazi urbani
funzionali alla messinscena dell’opera che abbiano le
caratteristiche architettoniche richieste dal libretto, anche in
virtù dell’economia della produzione, e attraverso il
riadattamento delle scenografie e dei costumi di repertorio
rispettando i gusti registici e puntando alla soddisfazione della
domanda operistica per i diversi tipi di pubblico pagante nelle varie
piattaforme.
Punto
fondamentale di questo progetto è la volontà di tutelare il più
possibile tutti i lavoratori delle Fondazioni Lirico Sinfoniche
sospesi per questa emergenza sanitaria e di unire competenze del
servizio pubblico RAI, coinvolgendo operatori e figure professionali
che si trovano in questo momento in una situazione di difficoltà a
causa delle restrizioni portate dal virus.
Si
tratta di innescare percorsi di collaborazione per la coproduzione
delle opere liriche, volti alla ripresa delle attività di tutti gli
enti lirico sinfonici - e non solo - presenti su tutto il territorio
nazionale, per essere pronti ad accogliere il pubblico da settembre a
ottobre, sia fisicamente che virtualmente, nella messa in scena di
opere e balletti realizzati in spazi aperti nel rispetto delle nuove
regole di contenimento del Covid-19.
Il
ricavato verrà utilizzato per sostenere le spese della messa in
opera e per la compensazione degli stipendi di tutti i dipendenti
coinvolti che in questo momento si trovano in cassa integrazione in
deroga.
Attraverso
il contenimento delle spese di produzione, sostenibili e solidali, si
attiverà una catena di scambio di lavoro tra le Fondazioni, volta al
sostentamento delle stesse per potersi riappropriare del patrimonio
lirico, ormai assente da mesi nei teatri chiusi al pubblico, trovando
soluzioni funzionali alle esigenze.
2.
Ministero, Fondazioni, RAI
Si
propone al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali di farsi
finanziatore del progetto, dettare le regole ed essere promotore
della ripartenza del settore, per poi gestire e distribuire le
entrate ai vari enti su tutto il territorio nazionale.
Contiamo
sulla responsabilità e l’interesse del Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali nel fare riprendere le attività delle Fondazioni
Lirico Sinfoniche coinvolgendo RAI, sindaci e regioni, a beneficio
non solo dei teatri operistici ma di tutta la cittadinanza che, oggi
più che mai, è sensibile all’emozione che offre l’opera dal
vivo come rigenerante esperienza di bellezza. È necessario creare le
condizioni affinché l’opera stessa possa adeguarsi alla nuova
normalità, per poter rinnovare l’esigenza della presenza a un
evento unico, condividendo e dando continuità e appartenenza al
patrimonio lirico nazionale; una risposta di civiltà cui ci si
aspetta di vedere un altrettanto grande risposta solidale di
pubblico.
La
proposta è di calendarizzare nel mese di settembre e ottobre 2020 un
cronoprogramma nazionale di rappresentazioni di opera e balletto in
luoghi urbani all’aperto con un numero di ingressi contingentati
nel rispetto delle regole e in base agli spazi a disposizione, per
una capacità massima di mille persone. Per quanto modesta possa
essere tale programmazione, essa ha come fine il dare un segnale al
paese e innescare un piccolo ma necessario input di ripartenza.
Dagli
ultimi aggiornamenti del Comitato Tecnico Scientifico è evidente
come per fare ripartire il settore si stia puntando sulle
rappresentazioni outdoor. Per non lasciare indietro nessuno è
necessaria un’azione coraggiosa e unica, come unica è l’emergenza
che stiamo vivendo oggi, una scelta di solidarietà che unisca tutte
le energie per un “nuovo” approccio al sistema organizzativo e
gestionale delle Fondazioni, coordinata dal Ministero dei Beni e
delle Attività Culturali, in attesa della fase 3.
Il
progetto prevede di ottemperare alle prescrizioni normative del
Governo utilizzando più soluzioni tecnologiche possibili per la
risoluzione dei problemi, come la necessità di utilizzo di microfoni
per poter soddisfare le esigenze acustiche di uno spazio aperto e
delle riprese in diretta streaming, oltre che dare modo di rispettare
il distanziamento sociale ai componenti dell’orchestra, ai cantanti
e ai coristi.
Creare un canale che unisca lo spettacolo dal vivo all’aperto negli spazi urbani alle dirette streaming comporta un coinvolgimento di operatori audiovisivi che potrebbero essere attinti sul territorio nazionale dal servizio pubblico della RAI, operatori che, anche se in numero inferiore, sono anch’essi in crisi per le conseguenze di questa emergenza sanitaria.
L’ideale
sarebbe creare un coordinamento nazionale presieduto dal Ministero
dei Beni e delle Attività Culturali, da cui venga individuata una
strategia di cooperazione di tutti gli enti interessati al progetto
per reperire e produrre allestimenti scenografici, costumi e tutto il
necessario, creando una filiera solidale che ha come fine la
ripartenza di tutti i reparti e dare la possibilità a chi è più in
difficoltà di allinearsi per riprendere le attività tutti insieme,
pur alzando i “sipari” a turno.
Supponiamo
che Il Ministero decida di commissionare delle scenografie al Teatro
dell’Opera di Roma e al Teatro alla Scala, affinché possano
realizzare un piccolo allestimento doppio (per avere la possibilità
di avere due allestimenti in 2 città diverse e risparmiare sui tempi
e i costi di montaggio, smontaggio e trasporto) di proprietà del
Ministero, elementi scenici che il Ministero stesso potrà poi
mettere a disposizione di tutti gli enti lirici al fine di fare
girare lo stesso allestimento eseguito dalle diverse orchestre, dai
diversi cori, dai tecnici e da tutte le altre figure professionali
dei vari teatri, a turno a seconda della città in cui viene
progressivamente eseguita l’opera. Sarà premura del sindaco
presidente e dell’assessore della cultura della città dell’ente
lirico che eseguirà l’opera delineare e organizzare gli spazi
scelti, idonei e conformi alle esigenze necessarie per la riuscita.
Contando su un pubblico in loco più numeroso in uno spazio all’aperto rispetto a quello che si potrebbe avere in teatro e su di un pubblico nazionale e internazionale sulla piattaforma in streaming, con la possibilità di avere anche delle proiezioni in diretta nei cinema all’aperto situati nelle città, si può sperare di avere delle entrate superiori a quelle previste attualmente.
Con
un sistema di prenotazione preventiva, in base alla richiesta del
pubblico, si potrebbe definire un calendario stabilendo un titolo
operistico che, appunto sulla base della domanda, potrebbe fare dalle
14, il numero delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, a un massimo di 28
repliche totali in 14 piazze diverse, dal Castello Sforzesco di
Milano al Castello di S. Michele di Cagliari.
3. Lucia di Lammermoor al Castello; grandi produzioni economiche
Questo
progetto porta come esempio l’opera “Lucia di Lammermoor” per
due ragioni: come segno di vicinanza a Bergamo, città che più ha
sofferto per la pandemia, scegliendo un’opera di Gaetano Donizetti,
autore bergamasco, e perché il libretto dell’opera si presta a una
rappresentazione all’aperto.
Vivendo
a Milano abbiamo voluto fare degli esempi di messinscena in spazi
urbani concreti, in luoghi che ben conosciamo, come il Castello
Sforzesco, che è solito ospitare una programmazione di eventi
estivi, ma si potrebbe ipotizzare un evento operistico in altri
luoghi, come ad esempio la Stazione Centrale, che siamo più abituati
a veder fare da sfondo a sfilate o concerti pop di una certa
importanza. Avere la possibilità di vivere per le strade un’opera
lirica in questo momento storico è un’ottima occasione di
appropriazione culturale urbana che vale anche per tutte le altre
città.
Sfruttando
la scenografia architettonica “naturale” del Castello Sforzesco
si favorirebbe un'interpretazione classica dell'opera con costumi
tradizionali dell'epoca reperibili nei magazzini teatrali. La
scenografia vera e propria, da costruire ex novo, sarebbe necessaria
quindi soltanto per le scene del dramma che si svolgono all'interno
delle sale del castello; potrebbero essere anch’esse elementi
scenici e di attrezzeria di recupero o realizzate specificatamente,
soluzioni pensate per avere un buon contenimento delle spese di
allestimento.
La
Piazza d'Armi all'interno del castello diventa il teatro, la platea
composta da sedie distanziate rivolte sul lato della Porta del
Carmine, il porticato a colonne sovrastante la muraglia viene adibito
a secondo palcoscenico e usato in particolare dal coro per il
rispetto del distanziamento. Le pause non saranno come di consueto
tra un atto e l’altro ma saranno scandite dal cambio dei quadri tra
interno ed esterno, intervalli necessari per dare la possibilità ai
tecnici di effettuare il cambio di scena in sicurezza nel rispetto
delle nuove norme sanitarie.
L’opera
sarà filmata dai tecnici RAI per la diffusione in streaming e la
trasmissione in diretta ai cinema all’aperto.
4.
La Strada all’Arena, omaggio a Fellini; balletti brevi
Tra
gli accorgimenti per contenere i rischi del contagio da virus esiste
quello di ridurre il più possibile i tempi di esposizione; proposte
avanzate da alcuni teatri italiani prevedono infatti di dividere uno
spettacolo in due appuntamenti. A questa soluzione troviamo più
funzionale la scelta di spettacoli più brevi. Portiamo quindi come
esempio il balletto “La Strada” del milanese Nino Rota da
presentare all’Arena Civica Gianni Brera di Milano; il titolo è
stato scelto anche come occasione per celebrare il centenario della
nascita di Federico Fellini. Qualora si volesse integrare un altro
balletto breve, l’architettura dell'anfiteatro ci suggerisce di
scegliere “Carmen” di Georges Bizet (esiste un allestimento con
scene e costumi di Luisa Spinatelli di produzione del Teatro alla
Scala).
In
una cornice tutta milanese, l’architettura dell’Arena Civica ci
regala spunti e suggestioni a tutto tondo del circo felliniano; “La
Strada” ha avuto infatti il suo debutto proprio a Milano al Teatro
alla Scala nell’ allestimento di Luciano Damiani. Qualora si
volesse poi risparmiare sulle scene e sui costumi, i magazzini del
teatro dovrebbero ancora conservare l’allestimento originale, e
questo balletto potrebbe essere condiviso con altre città sulla base
della ricorrenza del grande cineasta riminese.
Prendendo in considerazione alcune strategie per fare ripartire il settore puntando sugli spettacoli all’aperto, riflettiamo su ciò che accade in altre realtà, come allo Sferisterio di Macerata, al Festival di Ravenna e in particolare all’Arena di Verona; quest’ultima ha infatti di recente programmato una serie di eventi per il mese di agosto dal titolo “Nel Cuore della Musica” e aprirà al pubblico accogliendolo esclusivamente nella cavea, come avveniva in origine, per tornare a utilizzare l’ellisse dell’arena come palcoscenico. Tutte le città possono utilizzare architetture simili e complementari, basti pensare agli stadi. Come già detto, in una visione collaborativa e unitaria delle Fondazioni si potrebbe estendere una programmazione su scala nazionale di tutto il settore lirico sinfonico condividendo gli allestimenti compatibili.
Tutti
speriamo di ritornare al più presto nei teatri come in passato, ma
non sarebbe del tutto insensato studiare un piano secondario
progettando soluzioni che possano rendere fruibili architetture e
arene all’aperto anche in inverno, qualora la fase 2 dovesse
protrarsi. Utilizzando le risorse stanziate dal Governo nel Pacchetto
Norme per la Cultura e per il Turismo sarebbe estremamente utile e
lungimirante pensare di fare investimenti che vadano in questa
direzione, per tempo, così da poter pensare alla realizzazione di
possibili soluzioni alternative e superare l’ostacolo delle 200
presenze totali all’interno dei teatri.
5.
Cavalleria Rusticana in Piazza; opere brevi e sponsor moda
Se
l’orientamento futuro sarà la scelta di evitare spettacoli di
lunga durata per optare invece per brevi opere, ipotizziamo qui una
rappresentazione nel cuore del centro di Milano, in Piazza del Duomo,
di Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni, ricordando l’ultima
produzione del Teatro alla Scala per la regia di Mario Martone; un
allestimento essenziale che potrebbe essere utilizzato sul sagrato
del Duomo, trasformato per l’occasione in palcoscenico, e potrebbe
quindi essere una soluzione di messinscena tra le più economiche,
pur senza tralasciare l'impatto scenico.
Prevedere
quali conseguenze ci riserva il futuro è affare di scienziati, da
cittadini lo scopriremo soltanto giorno dopo giorno; da ieri sono
riprese le attività nei ristoranti, nei bar, nei negozi e siamo in
attesa di vedere come la cittadinanza risponderà.
Prendendo
in considerazione la possibilità che alla riapertura dei teatri e
delle arene non vi sia la risposta sperata della partecipazione
fisica degli spettatori, è evidente che solo con lo streaming lo
spettacolo dal vivo non sarà sostenibile neanche per le Fondazioni.
Sappiamo quanto l’importanza degli sponsor nel nostro paese sia
diventata fondamentale per fare sopravvivere le realtà del mondo
lirico. Per compensare i mancati introiti bisognerà quindi creare
altre opportunità e gli sponsor, oggi più che mai, potrebbero
contribuire a rilanciare il settore in questa fase, con la
partecipazione alla creazione dell’evento operistico e con un
ritorno di investimento che possa concretizzarsi in un maggiore
coinvolgimento anche in eventi collegati ma non funzionali alla
messinscena di opere liriche. Per uscire da questa crisi si potrebbe
infatti sposare la causa dell’apparato artistico e del patrimonio
nazionale alle grandi firme italiane, prendendo ad esempio la moda,
anch'essa facente parte del nostro immenso patrimonio culturale.
6.
Conclusioni
Il
Governo ha deciso di procedere con le riaperture dei teatri dal 15
giugno nonostante le linee guida del Comitato Tecnico Scientifico e
dei ricercatori dell’Inail siano molto rigide, attendiamo ora il
DPCM per i dettagli.
L’impatto
con le nuove misure di sicurezza, com’è prevedibile, non sarà
facilmente sostenibile, la riduzione delle entrate di pubblico nelle
sale al chiuso per un massimo di 200 posti inclusi i tecnici e le
maestranze, le regole di igiene, del distanziamento sociale e tutte
le altre incognite alla quale bisognerà adeguarsi fanno presagire
una lenta ripresa, sul lungo termine. Le incertezze su quel che ci
riserverà il futuro creano non pochi dubbi sulla strategia da
adottare per la ripartenza nel prossimo futuro; il “Fondo Cultura”
è un ottimo segnale delle istituzioni a una proposta nata dal
giornalista Pierluigi Battista, un gesto di sensibilità che ha
coinvolto la cittadinanza, “una boccata di ossigeno” necessaria
per orientare le scelte future che, come anche da noi prospettato,
puntano molto sulle nuove tecnologie, sul digitale e in particolare
sul coinvolgimento di un nuovo pubblico; fattori decisivi se davvero
si vuole creare un’economia sostenibile del settore.
Le
tempistiche sono un altro elemento fondamentale; se una squadra di
calcio si allena per un mese prima di riprendere le competizioni del
campionato italiano, l’apparato operistico richiede più tempo, e
per questo confidiamo in una programmazione mirata alla ripresa delle
attività di produzione che consenta di stabilire un nuovo approccio
al lavoro di ogni singolo reparto, con la consapevolezza che il
rischio potrebbe essere quello che, alla data dello spettacolo
programmato, si possa eseguire una versione dell’opera anche senza
pubblico dal vivo e senza scenografia – nella possibilità infausta
che il contagio riprenda vigore –, così da far comunque vivere
l’opera, quanto meno nella sua essenza.
Teniamo
a precisare che abbiamo proposto soluzioni semplificate per dare
l'idea di base, gli argomenti andrebbero naturalmente approfonditi;
inoltre i nostri riferimenti sono alle produzioni scaligere perché,
essendo lombardi, il Teatro alla Scala è la realtà che meglio
conosciamo; tuttavia riteniamo naturalmente che tutte le Fondazioni,
pari per importanza, abbiano la facoltà di farsi promotrici di
iniziative di ripartenza nello spirito della collettività e della
solidarietà con le altre Fondazioni Lirico Sinfoniche.
Speranzosi
che questo nostro progetto possa essere un contributo atto a dare
spunti costruttivi, affinché in questo momento storico si possa
prendere coscienza che siamo una comunità, sarà da subito
necessario unire le forze per ripartire insieme.
Con
l'auspicio di rivederci al più presto all’opera, ringraziamo per
l’attenzione accordataci.
Distinti
saluti
Ventieventi2020
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