Adesso è arrivato il momento di chiederci se la stima, non commisurata al suo valore, che noi abbiamo nutrito finora nei confronti di Francesco Giambrone - sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, nonchè Presidente dell'Associazione che raccoglie tutte le fondazioni liriche italiane, ma anche fratello del vicesindaco di Palermo, esponente politico e già parlamentare, e lui stesso attendente del sindaco di Palermo dalla sua prima elezione e poi assesore - non sia anche frutto di invidia per la genialità così forte compressa nel suo corpo.
Perchè ora non possiamo avere più dubbi sulla sua genialità, dopo che le ultime dichiarazioni sulla problematica riapertura dello spettacolo dal vivo, e dell'opera in particolare, ci hanno fornito la prova provata, e tagliando definitivamente la testa ...
Tutti eravamo in attesa di sapere come si dovrà fare prima di tornare alla normalità di un tempo, e Giambrone, da Repubblica ce lo ha detto.
Ecco:" Pensare di poter assistere alla lirica come l'abbiamo sempre vista è fuori discussione (che non sarà più possibile - ma questo era sottinteso, Giambrone non l'ha detto perchè... intelligenti pauca).
"Ognuno di noi sta lavorando su diverse possibili stagioni da mettere in campo a seconda dell'evolversi della situazione"
E poi la botta di genio che lui umilmente non s'è voluta attribuire; o all'articolista sono saltate le virgolette.
"Magari collocando gli archi in sala, i fiati nel foyer (le percussioni in villa a Mondello, aggiungiamo noi, ndr.) e schermi ad aiutare la sincronizzazione dell'insieme"... affermazioni che ci hanno letteralmente lasciati senza fiato, anzi stramortiti come il 'Saulo convertito' del Caravaggio.
"Per tutti gli altri, perchè no, in estate, ma questa è la ricetta di Daniele Spini, ricicciato bolzanino. E magari potremmo anche prenotare un quartetto a casa nostra, oltre che in condomini ed alberghi. Forniteci in tempo il numero verde per prenotarsi.
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