domenica 17 maggio 2020

La morte di Ezio Bosso. Dov'era la musica italiana cosiddetta 'forte'? Decimata dal Coronavirus? Se è ancor viva si vergogni

In questi giorni più e più volte ho sfogliato i giornali che solitamente leggo - e che sono, da una vita, almeno tre (solo per questo la FNSI, a conoscenza del fatto, dovrebbe darmi un diploma di benemerenza:  sono forse l'unico, o quantomeno fra i pochissimi che per quarant'anni, pur facendo di mestiere il giornalista, nel settore della critica musicale, acquista ogni mattina all'edicola, PAGANDOLI, almeno TRE QUOTIDIANI, oltre a  SETTIMANALI e RIVISTE DI SETTORE) - dicevo che ho sfogliato e risfogliato i giornali, letto e riletto le pagine riguardanti la morte di Ezio Bosso. Poi ho fatto ricorso a internet e lì altri giornali, tutti quelli 'nazionali', ho letto e riletto per cercare ciò che volevo trovare a proposito della morte dei Ezio Bosso.  Io andavo cercando, qualcosa che in nessun giornale sono riuscito a trovare.
 E cioè? Trovarvi una dichiarazione, una sola almeno, quattro righe di circostanza recanti la firma di un musicista del cosiddetto settore 'classico' - quello che Quirino Principe preferisce chiamare 'forte' e che anche in questo caso si è rivelato essere 'debole', 'debolissimo', al punto da risultare agli occhi di tutti 'inesistente.

Ho guardato anche i necrologi, ed anche lì  niente di ciò che cercavo. I pochi presenti sui giornali recavano le firme del presidente dell'AGIS e della dirigenza Teatro Comunale di Bologna.
 Quest'ultimo per una coda di paglia nei confronti di Bosso, che  Nicola Sani, nel 2016 sovrintendente, aveva nominato 'direttore ospite principale', dopo l'exploit di Sanremo ( e solo per quello, mi ci gioco qualunque cosa;  non per l'apprezzamento nei riguardi del musicista, che sicuramente Sani non era in grado di valutare. Sono convinto di ciò che dico!) e  che poi,   a seguito di una 'sommossa' interna all'orchestra ( che Sani non era riuscito e forse neppure tentato di domare) si era visto costretto alle dimissioni, perchè lui di stress ne aveva già troppo, ed aggiungerne motivo per altro  avrebbe nociuto alla sua salute già troppo provata.

Non mi sono arreso neanche a quel punto. Sono andato sul sito dell'Associazione nazionale critici musicali italiani - quella che ieri ha stilato, pienamente appagata, la pagella dei buoni della musica in Italia, ed anche lì nel sito 'vestito di nuovo' e sui social cui è collegato, niente di niente: Bosso che ora non esiste più, perchè morto, non è mai esistito.

In diverso settore, invece, le dichiarazioni sulla morte di Bosso sono fioccate numerose: dalla Pausini a Vasco, a Fiorello ecc.. ecc.. come se Bosso  fosse attivo nell'altro pianeta., medico ed  ex ministro,
S'è fatta viva perfino Paola  Severini, già sposata Guidi, medico ed  ex ministro, e poi Melograni,storico, per vantarsi di aver portato Bosso a Sanremo ( vero, è stata Lei?) e per dichiarare che a Lei la conoscenza di Bosso le ha cambiato la vita  ( come se a noi  potessero interessare le metamorfosi della sua vita allo stesso modo in cui siamo stati interessati a quella di Bosso).

Insomma, per terminare,  gli articoli, e sono stati numerosi, su tutti i giornali, li hanno scritti solo e soltanto giornalisti che si occupano  'genericamente' di spettacolo ed anche di musica, magari fra quelli appartenenti all'altro versante, cosiddetto 'leggero', e giornalisti  'tuttoscriventi' . Neanche uno solo dei musicisti italiani, e sono tanti, dagli strumentisti ai direttori d'orchestra, suoi colleghi ( molti dei quali non altrettanto efficaci e persuasivi come lui ha saputo essere in tv, alle prese con le sinfonie di Beethovem!!!); allo stesso modo, neanche un solo critico musicale ha ritenuto di doversi esprimere su Bosso, da vivo. Oltre le condoglianza cos'altro avrebbero saputo scrivere, da morto? 

Ci viene il dubbio che   il Bosso musicista, che pure molte istituzioni hanno invitato in questi tre anni di notorietà, dopo Sanremo,  nessuno  l'abbia stimato a dovere e che, di conseguenza, l'invito rivoltogli da molte di esse era conseguenza della notorietà sanremese, che  intendevano sfruttare a proprio favore, ed esibizione del suo stato di salute molto precario che sempre,  oltre l'ammirazione, strappa qualche lacrima di commozione ed aumenta la presa dell'esibizione.  Sfruttatori, volgari sfruttatori !

P.S.
Appena qualche minuto fa, Antonio Pappano,  costretto forzatamente a Londra da mesi, è stato intervistato, in diretta, da Rai-Radio 2 ' Social Club'-  nella finestra 'video'. 
Nel corso della trasmissione Luca Barbarossa, nelle vesti di conduttore, ha parlato anche di Ezio Bosso; e  Pappano, prima della fine del suo collegamento, lo si è sentito dire: posso, prima di ogni altra cosa, fare un omaggio ad Ezio Bosso? Io non l'ho conosciuto personalmente, era uno spirito libero che ha conquistato il mondo sia nel pop che nella classica; un grande contrabbassista, pianista, compositore, direttore,  che è venuto spesso a dirigere anche la nostra orchestra; una persona unica, coraggiosa, piena di cuore che ci mancherà". L'unico, Pappano, fino a questo momento. Ne prendiamo nota. Una rondine non fa primavera, ma ... ( P.A.)

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