L’unità Lahav 433 si è occupata in questi anni delle indagini che hanno portato alla condanna di un primo ministro come Ehud Olmert e al processo ancora in corso per corruzione del premier Benjamin Netanyahu. È la polizia criminale che segue i casi più complessi e ai suoi agenti è stata affidata l’inchiesta sui massacri del 7 ottobre, gli israeliani hanno arrestato almeno 200 terroristi palestinesi, l’ipotesi è di istituire un tribunale speciale.
Gli investigatori — scrive il quotidiano Haaretz — hanno raccolto la prima testimonianza diretta di uno stupro di gruppo durante l’assalto ai kibbutz e ai villaggi. Fino ad ora le denunce di violenze sessuali erano state riportate dai primi soccorritori — i cadaveri femminili trovati nudi, i polsi legati, i segni degli abusi — e in seguito dagli esami degli anatomopatologi. La donna è invece una teste oculare. Il suo racconto corroborato da una persona che si nascondeva assieme a lei: non ha visto, ma gli è stato detto tutto in diretta dalla testimone dell’orrore, un elemento che rafforza il resoconto. La donna spiega di aver visto una ragazza stuprata a turno da uomini in mimetica, l’ultimo le ha sparato alla testa mentre la stava violentando, hanno mutilato il corpo e si lanciavano le parti tagliate via. Alcuni tenevano la testa di un’altra vittima come «trofeo».
La polizia sta analizzando ripresi dalle camere indossate dagli stessi terroristi, da quelle installate sulle auto dei civili israeliani e da quelle di sicurezza nelle case o nei villaggi. È difficile associare i singoli arrestati ai crimini commessi, l’ipotesi del procuratore è di cercare la condanna per omicidio, stupro o abusi se l’uomo si trovava nella zona dove sono stati commessi, di fatto tutte le aree invase a sud del Paese. In alcuni casi il riconoscimento biometrico ha permesso di individuare gli autori di reati specifici: un capo della Nukhba, i commando di Hamas, avrebbe ucciso 14 soldati, si è filmato mentre abusa il cadavere di un militare ed è responsabile anche di aver ammazzato i civili in un kibbutz vicino.
L’istituto di medicina forense a Tel Aviv ha dato un nome ai resti di 843 civili ammazzati negli attacchi, dentro ai container refrigerati di campo Shura sono tenute ancora 150 vittime — è il calcolo dei soccorritori — le parti in 400 sacchi per i cadaveri. I soldati uccisi sono stati 400, la loro identificazione è in qualche modo più semplice perché le forze armate tengono una cartella con Dna e calco dei denti. Per recuperare i resti dalle case incendiate sono stati coinvolti anche archeologi, in grado di distinguere ossa umane da quelle di animali domestici, i filmati diffusi dai fondamentalisti li mostrano divertirsi a colpire i cani come cecchini.
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