mercoledì 22 novembre 2023

Musica. Quale musicista non ha copiato o rubato almeno una volta ad un suo collega? Michele Bovi sull'argomento ha scritto 'Anche Mozart plagiava e copiava i Beatles'( da Il Giornale, di Mattia Rossi)

 


Mozart, la Marsigliese e "'O sole mio". Tutti hanno rubato (almeno) una nota...
Mozart, la Marsigliese e "'O sole mio". Tutti hanno rubato (almeno) una nota...

L'esigenza di citare idee musicali già inventate nasce con la musica stessa. Nel Medioevo, in quello che è considerato l'atto costitutivo della musica occidentale, il canto gregoriano, i monaci aveva ideato un metodo di composizione, la cosiddetta centonizzazione, che prevedeva la creazione di un brano attraverso l'assemblaggio di melodie e frammenti tratti qua e là.

Da sempre, dunque, l'esigenza di utilizzare note già fissate sul pentagramma ha accompagnato la composizione musicale. È per questo che, nella maggior parte dei casi, quello che si pensa sia un plagio doloso in realtà non lo è. Quello della citazione, nella storia della musica, è un tema dibattuto dove gli esempi si sprecano: Mozart che avrebbe rubato l'andante di una sinfonia di Pasquale Anfossi per il suo Requiem; il tema della Marsigliese saccheggiato dai francesi da un brano del piemontese Giovanni Battista Viotti; Puccini che si sarebbe ispirato a temi di Rachmaninov, Bach e Chopin; Wagner che per concludere il suo Tristano avrebbe ammiccato al finale della Norma di Bellini...

Quello che però fa Michele Bovi, il massimo esperto italiano dell'argomento, nel libro Anche Mozart plagiava e copiava i Beatles (Minerva) è qualcosa di più: racconta gli illeciti musicali estendendone la storia anche alla musica popolare, alla musica leggera, alla musica da film. Ecco il caso del celeberrimo 'O sole mio, brano del 1898, che vanta una incredibile somiglianza con Canzon d'amor nel melodramma Mala vita del compositore verista Umberto Giordano datato 1892: una sequenza di note, però, nota Bovi, già utilizzata ancor prima da Grieg, Bach e addirittura Byrd nel '500. Sempre legato a Napoli, in particolare a Enrico Caruso, è il caso di Fenesta ca lucive il cui incipit venne riutilizzato, nel 1966, per Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli.

Il libro di Bovi è una miniera inesauribile di chicche. La sigla del Tg1, composta da Egidio Storaci, rielaborò le prime note di Cuando vuelva a tu lado della messicana Maria Grever: una somiglianza che «si fece temibile (ovvero a rischio denuncia di contraffazione)» quando la canzone approdò sul mercato americano, ma il fatto che l'editore della sigla, Alberto Curci, fosse anche subeditore della canzone messicana e della versione americana appianò il tutto. Simpatica anche la storia di Abbronzatissima di Edoardo Vianello la paternità del cui attacco («A-a») venne rivendicata da Ennio Morricone.

Proprio nel campo della musica leggera, il cuore del libro di Bovi racconta anche i più eclatanti processi per plagio: Ed Sheeran, Elton John, Eros Ramazzotti, Laura Pausini, Lucio Dalla, la Pfm, Renzo Arbore, fino alla vertenza di Al Bano contro Michael Jackson... Poi, certo, c'è tutto il capitolo su Sanremo perché «la storia del Festival è costellata di denunce e cause per illeciti vari».

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P.S

Le note sono sette e la musica scritta nei secoli è infinita. In un modo o nell'altro è impossibile non incorrere a imprestiti anche propri o a veri e propri cosiddetti 'furti' d'autore, anche involontariamente. Ricca è la memoria propria e storica nella musica. ( P.A.)

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