Un Apollo giovinetto, elegante e bellissimo, impegnato a cacciare una lucertola. Dopo i bronzi, è una statua monumentale, copia in marmo dal greco Prassitele, l'ultima meraviglia restituita dall'acqua ribollente degli scavi di S.Casciano. Un ritrovamento straordinario, anticipa all'Ansa il responsabile degli scavi Jacopo Tabolli (Unistrasi), che si accompagna a un incredibile donario in pietra con un'iscrizione bilingue oltre a tanti altri oggetti e che apre nuovi squarci sui rapporti del dio con la cura della salute, in particolare degli occhi.
"Lo scavo di San Casciano non smette di stupire" applaude dal Mic il direttore generale archeologia Luigi La Rocca: "Non solo bronzi dunque, erano dedicati alle divinità salutifere venerate in questo straordinario santuario delle acque, ma anche statue in marmo, di pregio, talora repliche, come in questo caso, di originali greci, testimonianza della frequentazione di soggetti appartenenti ai ceti sociali più vari, dalle ricche aristocrazie etrusche ai più umili operai impegnati nella costruzione degli edifici sacri".
E non basta. Perché allargando il perimetro dello scavo - scrive ancora l'Ansa con Silvia Lambertucci - quello che in un primo tempo era apparso come un piccolo edificio sacro costruito intorno alla sorgente e alla sua vasca rituale, si è rivelato in questi ultimi mesi un vero e proprio tempio con il portico ornato da quattro colonne e la parte centrale con la grande vasca in parte coperta da un podio ornato da grandi statue, una delle quali era forse proprio quella del giovane Apollo.
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