Islanda, prosegue l'allarme eruzione del vulcano Fagradalsfjall. «Non dormiamo da venerdì, siamo stanchissimi: ci guardiamo tra colleghi, con gli occhi arrossati e le facce stravolte, costringendoci a vicenda ad andare a casa per riposare qualche ora. Ma poi il telefono non si spegne mai, il quadro cambia di continuo, e la testa va sempre là, per tentare di comprendere quello che sta succedendo ed elaborare scenari su quello che potra accadere». A parlare è Sara Barsotti, coordinatrice della task force per la pericolosità vulcanica della centrale operativa dell’Icelandic Meteorological Office (Imo) - l’osservatorio vulcanologico di Islanda.
L'allarme
Nell’intervista a La Stampa spiega ancora: «Eravamo consapevoli che la situazione nella penisola di Reykjanes fosse ancora in movimento, alla luce delle eruzioni degli ultimi anni. Non ci aspettavamo però uno scenario di questa portata. Il 25 ottobre e iniziata un’attività sismica molto intensa, localizzata proprio nella zona di Laguna Blu, una delle aree geotermali piu famose al mondo. Abbiamo continuato a monitorare con attenzione i dati e ci prospettavano un contesto ancora gestibile. Venerdì invece si e incrementata all’improvviso la sismicità, con una forte scossa serale che indicava un repentino cambio di scenario». Il rischio di una violenta eruzione è alto e la cittadina di Grindavik e stata evacuata: «Tutta la penisola è un campo di lava e gli islandesi convivono da sempre con la vitalità dei vulcani - aggiunge Barsotti -. Ma dire ad una persona che deve abbandonare subito la propria casa, su cui magari ha investito tutti i suoi beni, con l’eventualità anche di non rivederla mai più, non e una decisione facile per nessuno».
I terremoti
Il magma ha provocato centinaia di terremoti, segnali di un'eruzione che si avvicina rapidamente, riporta il Guardian: la cittadina, di 4mila abitanti, è stata evacuata, sono stati realizzati dei centri di accoglienza, ma la maggior parte dei residenti ha trovato ospitalità da parenti o amici. La cittadina, circa 40 km a sudovest della capitale, è vicina all'impianto geotermico di Svartsengi, il principale fornitore di elettricità e di acqua ai 30mila residenti della penisola di Reykjanes, e ad un bacino idrico. Ed è vicina al popolarissimo resort Blue Lagoon, che è stato chiuso per una settimana per precauzione. «Siamo davvero preoccupati per tutte le case e le infrastrutture nell'area», ha dichiarato Vidir Reynisson, capo dell'Agenzia per la Protezione Civile islandese. Un'eruzione è attesa entro due giorni, ha aggiunto Reynisson.
La faglia
Si è formata una faglia lunga circa 15 km e l'eruzione potrebbe accadere in qualsiasi punto: anche in mare, dato che una parte della spaccatura è sott'acqua. In questo caso si formerebbe probabilmente una grande nuvola di cenere. «Non è lo scenario più probabile - ha detto Reynisson - ma non lo possiamo escludere, perché la faglia finisce in mare». L' Islanda, nell'Atlantico settentrionale. si trova lungo la dorsale medio atlantica, che separa la placca eurasiatica da quella nordamericana. Nel 2010 l'eruzione dell'Eyjafjallajoekull, un vulcano nel sud dell'isola, provocò la cancellazione di circa 100mila voli, provocando disagi a 10 mln di viaggiatori.
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