Da come si sono messe le cose nel dibattito nazionale sulla presenza o meno di Zelensky a Sanremo, ci siamo immaginati la scena di Coletta e tutto il seguito Rai che arrivano a Kiev e dicono chiaramente a Zelensky: presidente, ci scusi, in Italia non tutti sono d'accordo sulla sua partecipazione a Sanremo, e per questo vorremmo discutere con Lei, onde evitare proteste il contenuto del suo video messaggio.
E, per esempio, ci siamo immaginati che Coletta consigli a Zelensky di non accusare Putin, perchè i suoi fiancheggiatori italiani - purtroppo numerosi e onnipresenti - obietterebbero che non si può accusare di nulla nessuno, neanche Putin, in sua assenza e senza contraddittorio.
E, a questo punto, abbiamo anche immaginato che Zelensky, infastidito da tanta sollecita correttezza, inaccettabile per chiunque, mandi fuori dal suo ufficio la delegazione Rai, annullando la sua presenza al festival.
In tal caso, dopo che ne hanno parlato tutti, favorevoli e contrari, chi per prima faceva veramente la figura di m... era la Rai, come hanno sottolineato in parecchi.
Poi per fortuna, Fuortes in testa, ci ha ripensato - memore forse di quella prima colossale figura di m... fatta appena arrivato all'Opera di Roma quando lanciò, nello scherno generale di mezzo mondo ella musica, l'idea della esternalizzazione di orchestra e coro - e ieri sull'argomento si è espresso ( intervista a Repubblica) con toni più accettabili e perfino condivisibili: " La direzione del festival è in contatto con lo staff del presidente Zelensky per definire le modalità del suo intervento", dove per 'modalità' si debbano intendere gli 'aspetti tecnici' della partecipazione da remoto.
E dunque l'argomento 'pro o contro' la sua partecipazione è definitivamente esaurito.
Sempre ieri la trasmissione 'Frontiere' di Franco Di Mare, Rai Tre, dedicata in massima parte al festival non poteva non toccare l'argomento Zelensky. Ne ha parlato Alberto Mattioli il quale, spavaldamente, ha affermato che quando Zelensky apparirà in video a Sanremo, quel suo intervento sarà stato, quale che sia il contenuto, metabolizzato, perchè troppo se ne è parlato prima; e che, di conseguenza, per dare risalto a tale presenza, occorrerebbe che Zelensky apparisse in mutande, per fare scalpore.
Noi che non siamo brillanti e televisivi come Mattioli, pensiamo, invece, che Zelensky, alla vigilia del primo anno di invasione del suo paese che si sta difendendo eroicamente, potrebbe, invece, fare un intervento di prospettiva, perchè sarebbe del tutto inutile fermarsi a ringraziare l'Occidente e narrare gli orrori della guerra.
Zelensky, ad imitazione del suo popolo che difende la propria terra con la morte, potrebbe lanciare una sfida diplomatica, anche solo diplomatica all'assalitore Putin.
Zelensky, che è stato ascoltato ormai infinite volte e sempre con gradissimo interesse nel mondo, potrebbe sorprendere ancora una volta, rivolgendo, al cospetto dell'opinione pubblica mondiale, una sfida all'invasore perchè ponga fine alle distruzioni del suo paese e alle morti degli Ucraini, come anche dei suoi soldati.
Noi crediamo e pensiamo che Zelensky, rinunciando a presentarsi in mutande, secondo l'invito di Mattioli, messo lui 'in mutande' dal presidente ucraino, potrebbe sorprendere ancora tutti, nonostante della sua partecipazione sanremese se ne sia parlato. Ma non ancora abbastanza.
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