venerdì 17 febbraio 2023

Vittorio Sgarbi. Lettera al sottosegretario più occupato d'Italia

Caro Vittorio, 

ho letto ieri un articolo diffamatorio nei tuoi confronti uscito sul Corriere.  Ti rimproveravano di avere una decina di incarichi fra amministrazioni pubbliche - ultimo quello di consigliere della Regione Lombardia -  e istituzioni culturali, dal MART di Rovereto alla  Commissione cultura di Ferrara. E mi sono detto: invidiosi! Perchè uno che si dà da fare ventiquattrore su ventiquattro  non può averne dieci?

 Poi mi sono detto, accingendomi a scriverti: non è che non troverà il tempo per leggere questa mia? Allora mi son fatto coraggio, ho dato nuovamente dell'invidioso al Corriere e ti scrivo. Spinto anche da un tuo invito, nel corso dell'ultima telefonata di qualche settimana fa, a risentirci per eventuali suggerimenti  in campo musicale. 

La ragione di questa mia, è la carriera ed il giusto riconoscimento al valore di Giuseppe Gibboni che ha vinto, dopo moltissimi anni, italiano, il famoso Premio Paganini di Genova.

 Facendo tuo un desiderio del Sindaco di Genova, hai accusato gli organizzatori del Festival di Sanremo per non averlo invitato. Avrebbero - se lo avessero invitato - mostrato che in Italia esistono oltre i cantanti, giovani, anche giovanissimi come Gibboni, e  che esiste anche un'altra musica, che Sanremo volutamente e colpevolmente ignora.

 Hai perfettamente ragione. Ma prima di Sanremo, avresti dovuto bacchettare le tante istituzioni musicali italiane, specie quelle più importanti - tutte finanziate con soldi pubblici - che non hanno ancora invitato il giovane strepitoso violinista italiano.

 Ti sembrerà strano: ma come non l'hanno ancora fatto, dirai? sì non l'hanno ancora fatto, a cominciare dalla Scala che poche settimane fa ha scritturato per un concerto un fuoriclasse nel nord Europa, facendo finta di non sapere  che fuoriclasse ve ne sono anche in Italia, e  Gibboni è uno di questi.

 Questa della difesa degli italiani (niente a che vedere con il salviniano 'prima gli italiani') è una battaglia che vado conducendo da sempre.

 Nei giorni scorsi, su questo blog, ho rivelato analogo episodio riguardante la violinista Marzadori, oggi 'spalla' dell'Orchestra della Scala  e che, per una coincidenza abbiamo visto anche a Sanremo. Quando vinse un concorso violinistico importante, a poco più di sedici anni,  proposi a Ortombina di invitarla al Concerto di Capodanno della Fenice. Mi fu risposto: no! Le ragioni: Ortombina evidentemente non si fidava del giudizio della Commissione che l'aveva laureata a Vittorio Veneto, ma anche la sua italianità. Probabilmente ad  una violinista della sua stessa età e bravura, Ortombina avrebbe aperto le porte della Fenice.

Ancora qualche esempio della mia battaglia in difesa dei giovani musicisti italiani. Quando nel 2004, ebbi l'onore di dirigere il Festival delle Nazioni di Città di Castello, dedicai interamente quella edizione, restata memorabile, alla 'Nuova Italia', invitando tutti i fuoriclasse che avevamo in Italia. Quel festival, dopo la mia direzione, va  proponendo 'fintamente' ogni anno una nazione ospite, accettando consigli non disinteressati delle rappresentanze in Italia di quei paesi.  

Infine, a dimostrazione che la difesa dei giovani musicisti italiani di valore - non includo naturalmente Beatrice Venezi che è sì italiana ma di valore ne ha poco, pochissimo, ma è fedelissima di Meloni e Sangiuliano!!!-  è stato sempre un mio pallino, voglio ricordare che a metà degli anni Ottanta,  quando Mario Brunello, violoncellista, vinse il prestigioso Concorso Ciaikovskij di Mosca,  mi aspettavo che tutte le massime istituzioni musicali italiane avrebbero fatto a gara per averlo, ed invece non fu così. Per denunciare tale comportamento autolesionista, scrissi sulla rivista che allora dirigevo, Piano Time, un editoriale di fuoco, mettendo sul banco degli imputati la massima istituzione: Santa Cecilia, che invece si forniva per i suoi artisti da un famoso agente monegasco che tanti guai ha procurato alla musica anche italiana.

 Perciò caro Vittorio, prima di bacchettare Sanremo, fai una  tiratina d'orecchi, alle istituzioni che il Ministero finanzia, magari penalizzandoli con i finanziamenti, vedrai che qualche risultato almeno tu potrai ottenerlo.

 Io intanto, ogni volta che mi sembrerà necessario, continuerò a protestare. 

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