mercoledì 22 febbraio 2023

Dopo quasi tre decenni Angelo Folletto, lascia la Presidenza dell'Associazione critici musicali, alla quale invia un messaggio di saluto e un quasi bilancio

 Più di tre righe a volo

Cari amici, «scrivo ancor tre righe a volo». Chiedo perdono ai presenti

all’assemblea che mi hanno già ascoltato a lungo. Una settimana fa si è

conclusa, per me nel migliore dei modi, visto che i più votati erano anche miei

candidati, la lunga avventura presidenziale. Era destino terminasse a Firenze

dov’era iniziata nel 1996, con la benedizione di Duilio Courir e gli auguri di

Leonardo Pinzauti mio predecessore. Lo dico per ricordare a me stesso di

appartenere a una generazione giurassica di critici. E per non scordare che se

allora ero il più giovane del direttivo ora sono il più vecchio. Giusto e

doveroso che sia capitata l’occasione giusta per passare la mano.

Come avrete letto, grazie alla fiducia generosa del direttivo, rimango

comunque a testimoniare la mia anzianità di servizio associativo – con Paolo

e Giampaolo, Franca Cella e Franco Chieco, siamo i testimoni della nascita

del Premio Abbiati e quella successiva dell’Associazione – con una delega e

una responsabilità che, inutile girarci intorno, mi fa molto piacere.

Nelle «tre righe» dovrei metterci una sorta di bilancio di questi quasi

trent’anni. Tranquilli, non lo farò. Per evitare di annoiarvi, anzitutto. E perché

sono convinto che – nonostante tutto ciò che sappiamo, e ci diciamo più o

meno lamentosamente, non senza fondamento, a ogni incontro – lo stato di

salute dell’ANCM già asserito bene dal numero di soci e di domande di

iscrizione, sia un dato di fatto. E dipenda in massima parte dalla voglia di

resistere, dalla passione per il mestiere e dalla professionalità dei suoi iscritti.

La loro quotidiana testimonianza sul campo è la ragione d’essere

dell’associazione.

Con i vari direttivi con cui ho avuto la fortuna di collaborare, e che ringrazio

ancora per la lealtà e la solidarietà fattiva, abbiamo cercato di ‘sfruttare’

quanto più possibile forze e idee dei colleghi, magari un po’ orientandole.

Mettendo sempre al centro di qualsiasi iniziativa il loro/nostro lavoro e il

dovere di difendere, dandole visibilità, la qualità-dignità professionale e la

competenza che i padri fondatori dell’ANCM ritennero imprescindibile nel

momento di creare un’associazione svincolata da Ordini e Federazioni. In cui

si entrava per condividere un’idea e chiedendo come dote di essere critici

musicali militanti, responsabili e competenti. E di cercare il dialogo senza

pregiudizi di corpo intellettuale con tutte le voci, informative, artistiche e

organizzative del nostro sfaccettato mondo musicale.


Non so quanto ce l’abbiamo fatta, a essere fedeli a quello spirito. Posso

garantire che in questi anni ci abbiamo provato anche quando pareva una

battaglia perduta in partenza. Sempre con il sostegno – fortunatamente anche

con qualche utile battibecco interno – dei diversi direttivi. Con l’appoggio

esterno delle istituzioni pubbliche (come i Ministeri dell’istruzione per

l’«Abbiati per la scuola», i Comuni di Fiesole e Bergamo, le Fondazione lirico

sinfoniche e le Università) e private con cui abbiamo collaborato

guadagnandone la fiducia.

Ma, lo sottolineo per l’ultima volta chiudendo: tutto ciò sarebbe servito a

poco se dietro – non sempre con l’assiduità di partecipazione che avremmo

voluto – non avessimo ‘sentito’ la forza del giudizio e della presenza

assembleare dei colleghi.

Quindi, l’ultima parola presidenziale è grazie a tutti. E in bocca al lupo.

Il mio augurio per Andrea, che si carica sulle spalle la presidenza in una fase

liquida – come si dice – ma che può essere molto costruttiva dell’evoluzione

professionale della critica musicale, è che sia fortunato come me. Ha dalla sua

età e idee da gazzella. Per quel che servirà, anche i dinosauri sperano di poter

ancora dare una mano.

Un abbraccio collettivo

Angelo

Nessun commento:

Posta un commento