domenica 26 febbraio 2023

Sangiuliano si è assicurato come consulente per la 'cultura popolare', Mogol, un fuoriclasse, anche se avanti negli anni. Non poteva fare altrettanto per la musica cosiddetta 'seria'? Sgarbi pensa per il prossimo Sanremo alla coppia di consulenti: Mogol-Morgan

Il nome di ambedue i candidati della vigilia, come consiglieri del ministro Sangiuliano per la musica 'popolare' cominciano con la lettera M. E' l'unica concessione/accomodamento che il ministro ha fatto al suo sottosegretario Sgarbi. Il quale avrebbe voluto per quell'incarico Morgan, mentre Sangiuliano ha optato per Mogol. Grande professionalità ed esperienza e, alle spalle, incarichi di prestigio.  Dunque Sangiuliano ha scelto l'USATO SICURO. E bene ha fatto.

 Gli chiediamo, allora, perchè non abbia fatto scelta analoga, quando ha preferito nominare la direttrice d'orchestra Beatrice Venezi,  giovane, certamente non di talento, con  nessuna esperienza alle spalle, forte solo del suo appoggio/legame con Giorgia Meloni?

 Siamo convinti che Mogol, il ministro dovrò starlo a sentire, non altrettanto con la Venezi.

 Ora la nostra preoccupazione è che Sangiuliano e la Meloni  potrebbero voler  premiare con  qualche incarico di prestigio, di   pertinenza politica,  anche un'altra giovane musicista della quale  si dice  bene, senza conoscerla veramente, e cioè Vanessa Benelli Mosell, giovane come la  Venezi, che  ora muove i primi passi sul podio - abbiamo notato il suo nome nel cartellone dell'Orchestra di Sanremo - dopo avere esercitato come pianista, e della quale si è qualche volta letto sui giornali  principalmente per il suo legame con l'ex parlamentare Italo Bocchino, attualmente direttore del Secolo d'Italia, quotidiano on-line del partito della Meloni e  Sangiuliano.

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Sgarbi sulla nomina di Mogol ( Adnkronos)

La nomina di Mogol come consulente del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano? “Non solo la condivido ma è nata da una sintonia perfetta, e deriva da un dialogo con me”. Lo rivela in un’intervista all’Adnkronos il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi commentando la scelta del ministro Sangiuliano di nominare Giulio Rapetti, in arte Mogol, a consulente per la musica del dicastero del Collegio Romano. “Mi ha chiamato Mogol -racconta Sgarbi- che voleva parlare con Sangiuliano di Sanremo e del fatto che bisogna salvare il patrimonio di cultura popolare che è diventato quello che abbiamo visto. Io ho chiamato Sangiuliano, che era in Armenia, e dopo poco mi ha chiamato Mogol dicendomi che aveva sentito Sangiuliano. Evidentemente dal loro scambio a Sangiuliano è venuto in mente di nominarlo consigliere. La cosa dunque è nata da questo dialogo fra amici che si stimano, e mi fa molto piacere”.

Sulla scelta di Mogol, Sgarbi osserva: “E’ un grande poeta, un grande scrittore, ha un dialogo con le università dunque può dare dei consigli su Sanremo con uno sguardo ai giovani”. E sulle ‘critiche’ avanzate da qualcuno sulla caratura ‘intellettuale’ delle scelte del ministro, taglia corto: “Non è un intellettuale? Qui si tratta di cultura popolare, e la sua qualità intellettuale è dimostrata dalla sua capacità di promotore con il Cet, il Centro Europeo di Toscolano”. Una nomina, spiega Sgarbi, “che ha un valore onorario perché chiaramente Mogol non potrà venire a lavorare con noi al ministero, però potrà dare degli indirizzi soprattutto in vista del prossimo Sanremo”.

Un Sanremo, quello del 2024, “in cui vorrei che al fianco di Amadeus sul piano della consulenza musicale oltre a Mogol ci fosse anche Morgan. Uno per i testi e l’altro per la musica. Sia lui che Morgan sono degli scopritori di talenti, hanno scoperto Marco Mengoni a X Factor”, dice Sgarbi. Che scandisce: “Questo non vuol dire ‘mettere qualcuno dei nostri’, vuol dire mettere un duo competente che blinda il festival dal punto di vista della competenza, al posto di quella coppia di Wanna Marchi e Do Nascimiento che sono Ferragni e Fedez”. E sul conduttore del festival, Amadeus, aggiunge: “Amadeus? E’ come Pippo Baudo, un bravissimo presentatore ma dal punto di vista musicale ha bisogno di affiancarsi a persone come Mogol e Morgan e non a Fedez e Ferragni, visto che la prima industria culturale è la Rai”.

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