La storia vuole che il bene gli fu confiscato in occasione del suo esilio, per poi essere successivamente restituito al figlio Jacopo nel 1342. Oltre a essere ricordato nella lapide murata posta sulla facciata, è riportato in diversi testi storici.
Questo podere, denominato Radola, gli fu confiscato con gli altri beni di famiglia quando scoppio la 'guerra' fra Guelfi e Ghibellini. Il fascino della proprietà è però legato anche alla figura di Beatrice. Vicino alla proprietà appartenuta a Dante Alighieri, infatti, si trova anche l'imponente villa 'Montecchi' dei Portinari, dove il Sommo Poeta potrebbe aver visto per la prima volta Beatrice.
La splendida casa colonica del XIII^ secolo, oltre le colline di Fiesole, appartenuta al sommo poeta, Dante Alighieri, è stata venduta. A curare la trattativa è stata la società fiorentina Lionard Luxury Real Estate Spa, che ha dato notizia della vendita dell'immobile del XIII secolo. Il nome dell'acquirente non è stato reso noto così come il prezzo di acquisto. “Si tratta di un immobile unico perché legato al padre della lingua italiana; appartenuto alla sua famiglia e utilizzato come piacevole luogo di villeggiatura, gli fu confiscato in occasione del suo esilio”, si legge nel comunicato diffuso da Lionard Luxury Real Estate Spa.
Oltre a essere ricordato nella lapide murata sulla facciata, è riportato da diversi testi storici, tra questi, ad esempio, uno di Otello Tordi in cui si legge: "Questo podere denominato Radola appartenne al Divino Poeta; fu a lui confiscato con gli altri beni di famiglia quando le fazioni dilanianti la Repubblica fiorentina lo ridussero ramingo per l'Italia. Ma al figlio suo Iacopo Alighieri venne restituito nel 1342". Anche altre pubblicazioni storiche ripercorrono il passato della dimora venduta da Lionard e la descrivono anche come il luogo di villeggiatura prediletto della famiglia fiorentina Alighier
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