Il diavolo è nei dettagli. E i dettagli articolo per articolo del piano di pace cinese – un piano che pare sia in dodici punti – nessuno li ha visti. Il direttore dell’Ufficio della Commissione centrale per gli Affari esteri del Partito comunista cinese Wang Yi – già ministro degli Esteri dal 2013 al 2022 – ha illustrato il piano, a grandi linee, sia all’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri e la Sicurezza, Josep Borrell, che al ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba; poi ieri è giunto a Mosca e ha incontrato il segretario del Consiglio per la sicurezza nazionale russo, Nikolai Patrushev e oggi vedrà il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e probabilmente Vladimir Putin in persona.
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A caldo la posizione di Kuleba è stata cautissima, ma senza un "no" preventivo. E questa è già una indicazione: in termini generali il piano non è apertamente sbilanciato e inaccettabile per gli aggrediti, anche se lo scetticismo di fondo prevale. "Abbiamo avuto un incontro con l’alto diplomatico cinese, Wang Yi – ha detto ieri Kuleba – che mi ha illustrato i punti chiave del piano di pace cinese.
Siamo in attesa di ricevere il testo, perché non si possono trarre conclusioni solo sentendo parlare del piano. Abbiamo bisogno di conoscere tutti i dettagli. Non appena riceveremo il documento, lo studieremo attentamente e trarremo le conclusioni".Kuleba ha quindi spiegato che "esiste un elemento chiave comune a Ucraina e Cina, il principio dell’integrità territoriale. Quindi – ha aggiunto – qualsiasi cosa la Cina faccia o farà in futuro nel contesto dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina, dovrebbe avere l’obiettivo di difendere l’integrità territoriale".
Meno possibilista il presidente Volodymyr Zelensky, che ha piuttosto difeso la sua proposta: "Non ho visto il documento della Cina. Per noi è importante che tutti i Paesi europei, tutto il mondo, l’India, la Cina, l’Africa, tutti i Paesi, siano coinvolti per mettere fine a questa guerra e sostenere la nostra giusta formula della pace".
Il piano, da quanto filtra, conterrebbe al primo punto un cessate il fuoco totale con zona demilitarizzata da armi pesanti per 20-30 chilometri dalla “linea di contatto“, zona che sarebbe vigilata dall’Osce.
Poi ribadirebbe il principio di integrità territoriale Ucraina, affidando però fino alla fine delle trattative di pace (il che può voler dire indefinitamente) il controllo delle aree occupate alla Russia.
Previsto anche uno scambio totale dei prigionieri, il divieto di fornire nuove armi all’Ucraina e, di contro, il divieto per la Russia di far affluire nuove truppe nelle aree occupate.
Nel piano anche la promessa di fornire le garanzie di sicurezza di entrambi i contendenti: no all’ingresso dell’Ucraina nella Nato, ma anche garanzia fornita da alcuni grandi Paesi all’Ucraina di proteggerla da ulteriori aggressioni russe.
Secondo il Wall Street Journal , il presidente cinese Xi Jinping sta preparando una visita a Mosca "nei prossimi mesi" per un vertice con il presidente russo Vladimir Putin e questo può voler dire due cose: o i cinesi pensano che serviranno mesi per arrivare a vere trattative di pace o danno per scontato che il tentativo in atto fallirà e si preparano ad alzare il livello dei loro tentativi con un incontro diretto tra leader. In entrambi i casi, significherebbe guerra fino all’estate.
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