venerdì 24 febbraio 2023

E' morto Maurizio Costanzo, dal quale, in tv, tutti hanno imparato qualcosa ed anche imitato. Noi compresi, nel nostro piccolo

 Non c'è canale tv oggi che , variando la propria programmazione, non  si dedichi, a ragione,  a ricordare quale gigante della tv, e non solo della tv.  sia stato Maurizio Costanzo, scomparso questa mattina all'età di 84 anni, che da una settimana era ricoverato in clinica per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute.

 Chiunque invitato a parlare di lui, ne parla bene; di lui solo bene e dalla bocca di tutti si sente parlare. Per la tv lui ha inventato un modo di fare tv che potremmo definire antitelevisivo, perchè fondato soprattutto sulla parola più che sull'immagine di cui la tv si nutre e non riesce a fare a meno, nel vuoto generale della parola e del pensiero.

Tutte le sue trasmissioni - ne ha inventate tante -  sono fatte con nulla, in esse brilla su tutto la parola, il pensiero. E per un abilissimo intervistatore voleva dir molto anzi tutto. Lui sapeva ascoltare il suo interlocutore, anche senza fargli sconto alcuno, pur con le buone maniere ma tagliente. Richiesto di indicare la  migliore domanda per una intervista, rispondeva: quella suggerita dall'intervistato, dalla sue risposte.

 Anche noi, nel nostro piccolo, come si dice ma solo per modestia, lo abbiamo imitato rubandogli l'idea del 'Maurizio Costanzo Show', nei nostri 'Salotti musicali' che,  a seguito di esplicita richiesta della Coop. 'La Musica' di Bruno Nicolai, inventammo e conducemmo per due stagioni consecutive al Teatro Ghione  nella seconda metà degli anni Ottanta, ai tempi di Piano Time, la nostra gloriosa rivista di musica.

 Attorno ad un tema, musicale ovviamente, invitavamo quattro o cinque ospiti in grado di illustrarlo, con la sorpresa di un 'intermezzo musicale', spesso legato 'ironicamente' alla discussione in atto.

Ricordiamo ancora il titolo di uno di essi 'Musica di che partito sei',  al quale invitammo i cosiddetti responsabili musicali o 'culturali' dei  vari partiti (allora esistevano ancora i partiti!). L'intermezzo musicale di quella volta lo prendemmo da Cimarosa - speriamo di non sbagliarci - e il titolo del  brano eseguito dagli ottoni era 'Marcia per la morte di un tiranno'.

 Ricordiamo ancora tanti ospiti illustri in platea, fra cui anche Lele D'Amico, il quale scrisse su L'Espresso,  che era una iniziativa interessante molto curata ed accattivante e che in una città come  Milano, a differenza della sonnacchiosa e distratta Capitale, avrebbe fatto il 'tutto esaurito', ogni sera.

 Quei nostri 'Salotti Musicali', la cui locandina l'aveva disegnata Pino Zac :  un pentagramma come un lungo banco sul quale erano seduti  personaggi anche sbadiglianti - Zac non si smentiva mai, anche se chiamato a illustrare e reclamizzare una iniziativa, la sua penna era sempre pungente -  si ispiravano al salotto-show da Costanzo inventato ed ospitato al Teatro Parioli.

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