giovedì 23 febbraio 2023

Thomas Mann e Arnold Schoenberg in Usa. I ricordi della figlia del musicista, Nuria

 In occasione dell'uscita della 'biografia romanzata' di Thomas Mann, intitolata 'Il Mago' scritta da Colm Toibin, può risultare utile rileggere quel che ci  disse Nuria Schoenberg, figlia di Arnold, una decina di anni fa, sui rapporti fra il musicista, suo padre, e lo scrittore,  e che pubblicammo sul bimestrale Music@ ( dic.2011), edito dal Conservatorio 'A.Casella' dell'Aquila.

Alla nostra domanda: " Le va di parlarci dei rapporti fra suo padre e Mann, a proposito del Doctor Faustus? In  una recensione della corrispondenza intercorsa fra i due, Cesare  Cases dice di suo padre che era 'bellicoso' e 'suscettibile', e che, se fosse dipeso da suo padre, i due non si sarebbero mai più riconciliati - Nuria Schoenberg così rispose:

"Questo non è vero. Mio padre vedeva ogni tanto Mann a casa di Alma Mahler, dove noi si andava molto spesso. Durante quegli incontri,  Mann non ha mai fatto cenno a mio padre del romanzo che stava scrivendo. Nella corrispondenza fra Thomas Mann e Adorno, lo scrittore scrive al filosofo:' quando Schoenberg leggerà il mio romanzo, mi toglierà il saluto'. 

Dunque Mann sapeva benissimo di fare una cosa molto scorretta e di nascosto. Mio padre diceva spesso che se Mann lo avesse interpellato, lui avrebbe creato appositamente un sistema di composizione adatto al suo personaggio ( Adrian Leverkuhn); perchè - a dire di mio padre - dalla testa di Leverkuhn non sarebbe mai potuta uscire la dodecafonia.  Mio padre l'ha presa molto male, si è ammalato, ed oso pensare che gli abbia perfino accorciata la vita. 

Poi è stato mio padre a scrivere a Mann, e non viceversa: facciamo pace, mostriamo al mondo che due grandi possono riappacificarsi, nonostante il torto subito. Mann gli rispose che lui non aveva fatto  nulla contro mio padre, che anzi lo aveva sempre stimato ed ammirato. Insomma non si rendeva conto di quanto terribile fosse ciò che aveva fatto. 

Mio padre era preoccupato pensando al fatto che un grande scrittore come Mann che avrebbe avuto eserciti di lettori, molti di più di quanti ne avrebbe avuto la sua musica, avrebbero potuto equivocare, pensando che Leverkuhn fosse mio padre, e la sua teoria la dodecafonia. E mio padre aveva ragione. Ancora oggi, incontro qualcuno che mi dice: signora so tutto di suo padre, perchè ho letto il Doctor Faustus.

Occorre pensare che nel 1948 mio padre era in pensione, non considerato, in isolamento, la sua musica non eseguita... é chiaro che era depresso. Come mai quel signore (Mann, ndr.) non gliene aveva mai parlato? Per mio padre fu un dolore terribile".

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