I due casi hanno analogie. Sia Pereira che Montaruli - e questa è la prima analogia - all'epoca dei fatti che vengono loro rimproverati, per condotta irregolare, avevano stipendi rilevanti: il primo di 20.000 Euro circa, la seconda di 8-9000. E dunque avevano i soldi per pagarsi le spese che invece hanno addebitato alle istituzioni alle quali appartenevano: sovrintendenza del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino; e consiglio della Regione Piemonte.
Con stipendi molto inferiori a quelli dei due, le persone pagano le spese 'proprie' di tasca propria. Ma come si può, ripetutamente, farsi rimborsare colazioni o caffè o acquisti dal pescivendolo o in altri negozi di alimentari e frutta, o conti del ristorante?
Ambedue si sono poi giustificati. Solo che alla Montaruli, sotto indagine da anni, nonostante Lei abbia rimborsato i soldi delle spese contestatele, è stata condannata definitivamente dalla Cassazione e dunque le dimissioni sono un 'atto dovuto'.
Nel suo caso dimostra l'indegnità come anche la mancanza di senso civico oltre che di stile e la volontà di approfittare di una posizione privilegiata, quale quella di un consigliere regionale eletto dal popolo, del quale con queste irregolarità ha tradito la fiducia. La fiducia del popolo, ma evidentemente non quella della Meloni che, influenzata, può giustificare con la malattia il suo inspiegabile silenzio sul caso della sua 'fedelissima'.
Pereira, indagato, è stato sentito dalla magistratura fiorentina, e secondo lui: ha potuto giustificare tutte le spese che gli vengono imputate come irregolari. Pereira adduce come seconda giustficazione il fatto che intenso è sempre stato, anche a Firenze, il suo lavoro per procurare soldi alle istituzioni per le quali ha lavorato, e che quindi alcune di quelle spese sarebbero da addebitare al capitolo 'rappresentanza', per fare abboccare i pesci grossi con l'oro in bocca, che lui quasi sempre riusciva a far sputare nelle case del teatro. E le somme ottenute da nuovi finanziatori lo attestano.
Vero, ma comunque la mancanza di stile addebitata alla Montaruli, vale anche per lui. Farsi pagare dal teatro il trasloco da Milano a Firenze. Pereira non poteva pagarselo con i suoi soldi visto che ha sempre guadagnato bene? E poi la sua giovane moglie, che Lei esibisce sempre, giustamente, con grande orgoglio maschile, e che di mestiere fa la stilista, non poteva consigliarle di non cadere in queste mancanze di stile e dignità?
Ieri Nardella tornando sul caso Pereira, ha dichiarato che c'è un attacco, indiretto, al Comune di Firenze ( l'inchiesta ha preso il via da alcune denunce di consiglieri di Fratelli d'Italia), ed anche dall'interno del teatro si è levata qualche voce in difesa della permanenza di Pereira, perchè le sue dimissioni, porterebbero ad un periodo di instabilità ed incertezza, come già accaduto troppe volte nella sua storia recente, quando il Teatro è stato commissariato dalla ing. Giovanna Colombo, dal ministeriale Salvo Nastasi e dall'avv. Francesco Bianchi, dai quali commissariamenti, i problemi economici del teatro non sono stati mai definitivamente risolti. Si vuole riaprire una capitolo già noto compresi i mancati risultati? E' questa l'incognita, a differenza del 'caso Montaruli'; la quale non si dimette anche da parlamentare e continuando a percepire mensilmente sui 15.000 Euro, forse imparerà che il caffè al bar deve pagarselo con i soldi suoi.
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