Sono già due le Fondazioni liriche, Firenze e Genova minacciate di commissariamento da parte del ministro Sangiuliano. Possiamo dire, senza offendere nessuno, che i due sovrintendenti, ai quali sono rivolte le accuse che preluderebbero al commissariamento, si sono comportati da fessi, non altrimenti?
Come fa un sovrintendente del nome e dell'esperienza di Pereira a frasi beccare a fare la cresta sulle sue spese addebitandole sulla carta del Teatro? Da fesso ed anche senza un briciolo di stile: ben pagato da sempre, si fa indagare per alcune decine di migliaia di Euro che avrebbe dovuto tirar fuori dalle sue tasche. La figura del profittatore e del ladruncolo 'da quattro soldi' è fra le più vergognose che si possano affibbiare ad un uomo prestato alle istituzioni.
Certo Pereira ora è sotto indagine, non è stato condannato ancora, perchè ritenuto colpevole; nel caso della Montaruli, invocato dai filo governativi, per simiglianza di reato, si sono richieste ed avute le dimissioni.
Per pochi maledetti spiccioli, si mette in forse l'attività di un teatro fra i più gloriosi del nostro paese, perchè, si sa, il commissariamento produce talvolta molti più problemi di quanti intende risolverne. E, del resto, proprio nel caso di Firenze, il commissariamento di Nastasi, dopo la sovrintendenza Colombo, di molti anni fa, non risolse affatto i problemi del buco di bilancio del Tearo; e, poi, quando fui nuovamente minacciata la venuta di Nastasi a Firenza, la sola notizia procurò nel teatro un cataclisma, con le dimissioni congiunte di Chiarot e Luisi, e l'arrivo, benedetto da Nastasi e Nardella, di Alexander Pereira. Ci pensino bene prima di mandar via Pereira, magari anche per far posto a Fuortes che molti, nelle prossime settimana, danno in uscita dalla Rai, e premiato ( premiatur ut amoveatur) con l'incarico a Firenze; giacchè di quello alla Scala per ora non se ne parla.
Da fesso il comportamento pure di Orazi, sovrintendente a Genova, al Carlo Felice, quando ha assunto per gestire il 'Premio Paganini' che al teatro fa anche capo - forse senza bisogno e anche senza riscontare le necessarie competenze - tre signori, appena fuorusciti, dimessi, dal Ministero della cultura, e facenti capo al giro della ministra Dadone. Qui c'è anche la componente pusillanime, 'donabbondiesca', del sovrintendente che non riesce a dire di no ad una ministra, già ex, e prende in blocco tre della sua corte ora chiusa.
Ma tali assunzioni mettono in chiaro un altro dei difetti gravissimi della vita pubblica italiana, dove per la politica al potere servono meno le competenze della fedeltà
In un post precedente abbiamo sottolineato come un musicista di valore qual è Nazzareno Carusi, che ha dovuto smettere per gravi motivi la prosecuzione della sua professione di pianista, da quando è responsabile della cultura di Forza Italia, non sa più a chi 'dare i resti', sta con i piedi in una decina di istituzioni, nei consigli di amministrazione o come consulente nelle direzioni artistiche, compresa quella del 'Premio Paganini' appunto. Insomma senza la protezione politica in Italia impossibile fare una qualunque carriera, neanche iniziarla.
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