Il presidente russo Vladimir Putin ha revocato, di fronte ai «profondi cambiamenti nelle relazioni internazionali», il decreto sulle linee di politica estera risalente al 2012 in cui metteva tra gli obiettivi la cooperazione con la Ue per la creazione di «un unico spazio economico e umano dall'Atlantico all'Oceano Pacifico» e lo sviluppo delle «relazioni con la Nato». Lo si legge sul sito del Cremlino. Tra gli obiettivi indicati vi era anche la «soluzione del problema della Transnistria basato sul rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale» della Moldavia, anch'essa revocata con il decreto.
Cosa prevede il provvedimento
Il 21 febbraio Putin ha firmato un provvedimento che dichira invalido il suo decreto del 2012 «Sulle misure per attuare il corso di politica estera della Federazione Russa». Il nuovo documento afferma che il decreto è stato firmato «al fine di raccogliere gli interessi nazionali della Federazione Russa in relazione ai profondi cambiamenti in atto nelle relazioni internazionali». La decisione è entrata in vigore il 21 febbraio.
In particolare, il decreto vecchio di 11 anni stabiliva che la Russia avrebbe continuato a cercare attivamente modi per risolvere il conflitto transnistriano basati «sul rispetto della sovranità, dell'integrità territoriale e dello status neutrale della Moldavia». Transnistria, regione separatista sostenuta dalla Russia che confina con l’Ucraina e dove il Cremlino ha truppe dal 1992, due anni dopo la proclamazione della secessione. Non è riconosciuta dall’Onu e il governo è di fatto sostenuto direttamente da Mosca. Quello che ha deciso oggi il Cremlino riguarda proprio i separatisti
Il documento prevedeva anche l'attuazione coerente del Trattato sulla limitazione delle armi strategiche offensive con gli Stati Uniti. Putin ha annunciato martedì che la Russia si ritirerà dal trattato .
Il decreto ha anche affermato che la Russia «difenderà fermamente i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite, che richiedono lo sviluppo di relazioni amichevoli tra Stati basate sull'uguaglianza, il rispetto della sovranità e l'integrità territoriale».Il documento prevedeva lo sviluppo delle relazioni con la Nato e l'Unione Europea.
La Moldavia: le reazioni
Il primo ministro della Moldova Dorin Recean ha confermato che le autorità moldave sono a conoscenza di diversi scenari di destabilizzazione della situazione in Moldovia.
Così ha commentato le dichiarazioni del presidente ucraino Zelensky in merito ai possibili piani della Federazione Russa di inscenare un colpo di stato in Moldavia, riferisce «Evropeyska Pravda» con riferimento a TV8 .
«Sono diversi scenari di destabilizzazione. Includono diversi elementi, in particolare quelli citati dal presidente Zelensky. Ma le nostre istituzioni sono pronte a tali sfide: in autunno abbiamo attraversato un periodo piuttosto instabile, abbiamo una solida esperienza, e sono pronti per vari scenari volti alla sicurezza della Repubblica di Moldavia», ha affermato Recean.
Il Ministero degli Affari Esteri e dell'Integrazione Europea della Moldavia ha già dichiarato di aver accettato la decisione di Putin, scrive Newsmaker.
«Studieremo attentamente il contenuto del nuovo concetto non appena sarà pubblicato», ha detto il portavoce del dipartimento Philip Cojocaru il quale ha sottolineato che la Moldavia, per la prima volta, è impegnata nel processo di risoluzione pacifica del conflitto transnistriano e chiede il ritiro delle truppe russe dal territorio della repubblica.
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