domenica 26 febbraio 2023

L'Orchestra di Sanremo torna al Teatro Ariston e si 'internazionalizza', escludendo i musicisti italiani

 Dopo qualche stagione di esilio, l'Orchestra di Sanremo torna per la sua stagione di primavera al Teatro Ariston.

 Abbiamo avuto l'opportunità di  scorrere il cartellone, confezionato dal direttore artistico Giancarlo De Lorenzo, di professione direttore d'orchestra, e ne abbiamo ricavato il giudizio 'NEGATIVO' che da tempo rileviamo in molte istituzioni musicali italiane, quando alla scelta degli interpreti, direttori e solisti.

 A San Remo, come in altre istituzioni cosiddette ICO ( Istituzioni Concertistico Orchestrali, almeno fino a quando il Governo non deciderà di cambiare la denominazione anche di queste istituzioni), dotate di orchestra, abbiamo rilevato che la scelta degli interpreti non tiene in considerazione gli interpreti italiani. Ora notiamo che anche a Sanremo, si attua tale vergognoso e discriminante criterio.

 Una quindicina circa di concerti, ma non c'è un direttore, uno solo che sia italiano, tranne il direttore artistico che riserva un concerto per sè.

Lo stesso criterio vale per la scelta degli interpreti, quasi esclusivamente stranieri.

 Diciamo 'quasi', perchè almeno due italiane vi sono: la pianista Costanza Principe (nipote del famoso Quirino, ma la cui parentela non è certo alla base della scelta!) e Vanessa  Benelli Mosell, che conoscevamo pochissimo come pianista, perchè la sua attività si svolgerebbe prevalentemente all'estero( si sottolinea 'pupilla' di Stockhausen) e che abbiamo conosciuto attraverso le cronache rosa, per via della sua relazione con Italo Bocchino,  ex parlamentare ed ora direttore del Secolo d'Italia, che nel cartellone di Sanremo compare 'come direttrice', attività che - si dice - lei svolga parallelamente a quella di pianista,  della quale noi eravamo, anche di questa, totalmente all'oscuro.

 A tutti gli altri interpreti che  anno nomi impronunciabili, perchè non non preferire italiani, magari delle giovani generazioni quali stanno lentamente emergendo anche in Italia?

 Abbiamo dato un'occhiata anche ad altre istituzioni,  ai loro cartelloni, ed anche lì il medesimo criterio nella scelta degli interpreti ospiti, a noi tutti sconosciuti mentre non lo sono per i rispettivi direttori artistici che, evidentemente, viaggiano e si informano di quello che avviene nel mondo, ed in base a ciò scelgono i musicisti da invitare. Forse che in taluni casi i direttori artistici che magari sono direttori d'orchestra ( in Italia i casi sono numerosi, e questo desta qualche sospetto) effettuano con istituzioni estere, solitamente lontane dall'Italia, scambi  nei quali essi sono direttamente coinvolti? Forse esiste una qualche agenzia che offre artisti a 'buon mercato' , solitamente  non di 'prima fascia'(come si direbbe in gergo universitario) al giro delle ICO italiane? Forse i vari direttori artistici, di professione direttori d'orchestra, come ci è capitato di notare,  si scambiano fra di loro inviti anche in Italia? 

 Comunque la si giri, la situazione è anomala ed è assai strano che il  nuovo ministro che sembra voler mettere ordine dappertutto non abbia ancora preso in esame tale situazione. Forse che la sua consigliera, Beatrice Venezi, appartenendo a tale giro, diciamo 'strano',  e comunque di 'seconda fascia' - come abbiamo scritto per convinzione - si guarda bene dal consigliare al ministro di mettervi ordine?

 La nostra idea è che, senza togliere  nulla all'autonomia di scelta dei direttori artistici ( tenendo comunque presente che in casi di 'storture' radicate, tale autonomia dovrebbe essere limitata e compressa, giacché senza contributo finanziario pubblico queste istituzioni sarebbero condannate alla chiusura)!) si debbano preferire GIOVANI musicisti italiani che, ne siamo convinti, non sono meno bravi di  tutti quelli stranieri di cui  nulla sappiamo e che certo fanno più i propri interessi che quelli dell'orchestra, alla quale, difficilmente, faranno fare un solo passo avanti. Solitamente sono dei 'routinier', mentre  quelli davvero bravi, anche se a noi poco noti, fanno giri molti diversi, solitamente non nelle ICO, se non casualmente, ad inizio di carriera.

 Crediamo che la situazione, al momento, sia grave e generalizzata. Dunque un qualche provvedimento per mutarla ( non per peggiorarla, come spesso ha consigliato Nastasi ai vari ministri) vada assunto il prima possibile.

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