martedì 28 febbraio 2023

Pereira è scappato da Firenze un attimo prima di essere cacciato. Ma Nardella...

A Firenze, c'era una volta Chiarot e Luisi, che erano tanto sicuri, il primo più del secondo (al punto da sentirsi perfino autorizzato a cambiare il finale di Carmen, poveretto!) della loro posizione al Maggio, che quando Nardella - sempre lui - prospetta la possibilità, spalleggiato da Nastasi - ancora lui - che il teatro venga commissariato, se non addirittura affidato nelle mani dell'ex 'grande & grosso 'direttore generale dello Spettacolo, cioè Salvo Nastasi, succede il patatrac. Si dimette Chiarot, si dimette Luisi e Nardella a Nastasi - fratelli gemelli, N%N - aprono le porte a Alexander Pereria, fresco di Scala, ma in uscita anzitempo.

 Le cose sembrano andare a gonfie vele, Pereira si disfa di  Pierangelo Conte che migra a Genova, e veleggia da solo nelle acque  del Maggio, non immaginando neppure lontanamente che quelle acque anche questa volta - accade così da alcuni decenni con sovrintendenti e commissari che cambiano come i nostri governi - sono insidiose.

A rovinare la navigazione due consiglieri di FdI i quali accusano il sovrintendente di aver usato, per usi personali, i soldi del Teatro - in tutto una cinquantina di migliaia di Euro. Interviene la magistratura che apre una inchiesta, Pereria  si difende  e forse tira anche i soldi dalla tasca per versarli nelle casse del teatro, ma ormai la frittata è fatta. Ed è - diciamolo fuori dai denti - una vergogna! 

 Nardella subito al fianco dei giudici chiede a Pereira di dimettersi.

 Anche perchè nello stesso giorno in cui Pereira con una lunga lettera dà le dimissioni ( in essa mai un accenno a quell'uso improprio dei soldi pubblici, perchè?) viene fuori una nuova imputazione molto più grave di quella già nota. Pereira ha usato  circa 8 milioni dei 35 che lo Stato gli aveva concesso per ripianare il debito pregresso del teatro - una cinquantina di milioni - per pagare gli stipendi ai dipendenti, perchè, si legge oggi sui giornali, da settembre le casse del teatro sono vuote. E questa seconda accusa è decisamente più grave della precedente.

Solo che viene spontanea una domanda: Nardella che ci faceva mentre Pereira usava quei soldi, impropriamente, per pagare gli stipendi? Non è Nardella presidente del teatro? Poteva non essere al corrente di una difficoltà di cassa che metteva a rischio il pagamento degli stipendi dei dipendenti, e magari autorizzarla momentaneamente?

 E' facile  avere responsabilità comune in certi atti e poi, al momento del 'redde rationem'  scaricarla tutta sugli altri?

 Le dimissioni immediate onde scongiurare il commissariamento del teatro verso cui il Ministro era orientato. Per la successione a Pereira, se Fuortes deciderà di non schiodare dalla Rai, si fa il nome della Anna Meo, appena via dal Teatro Regio di Parma. 

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