martedì 21 febbraio 2023

Biden a Putin. Segnali dalla visita a Kiev ( da Corriere della Sera, di Giuseppe Sarcina)

 La Casa Bianca ha avvisato i russi «poche ore» prima che Joe Biden arrivasse a Kiev. Lo ha rivelato il Consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan in una «conference call» con i giornalisti americani e stranieri, piuttosto abbacchiati per aver «bucato» «la storica visita del presidente». Il viaggio, ha spiegato Sullivan, intende mandare tre messaggi a Vladimir Putin e al resto del mondo, specie a quei Paesi ( leggi Cina) che non hanno preso posizione contro l’invasione dell’Ucraina. «Esattamente un anno fa Zelensky diceva al telefono al nostro presidente: non so se avremo ancora occasione di parlarci. Oggi i due leader hanno passeggiato liberamente a Kiev». Putin «pensava che gli ucraini fossero dei codardi e che l’Occidente si sarebbe rivelato debole e diviso: ha sbagliato tutti i calcoli». Dopo dodici mesi di guerra, osserva il consigliere, si possono trarre tre conclusioni che diventano altrettanti messaggi per Putin.

Biden insieme a Zelensky a Kiev (Imagoeconomica)
Biden insieme a Zelensky a Kiev (Imagoeconomica)© Fornito da Corriere della Sera


Primo: «Il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina è più solido che mai; daremo a Zelensky tutti gli strumenti che occorrono per vincere la guerra». Secondo: «L’Occidente si è ritrovato unito e compatto» Terzo: «L’Ucraina è rimasta in piedi; ha dimostrato coraggio e grande capacità di resistenza». Gli americani, però, guardano anche in avanti. Biden ha messo sul piatto un altro sostanzioso pacchetto di aiuti militari. Esaurita la parte scenografica del «blitz», passeggiate, foto, dichiarazioni davanti alle telecamere, i due presidenti hanno fatto il punto sulle urgenze dei prossimi mesi. La difesa militare è naturalmente la priorità numero uno. Così come serviranno altri finanziamenti, almeno 18 miliardi di dollari, per garantire il funzionamento minimo dello Stato. Poi occorre mettere in sicurezza gli approvvigionamenti di energia e le reti elettriche. Ma è molto importante anche la dimensione politica. Biden e Zelensky hanno discusso dell’Assemblea straordinaria dell’Onu che si riunirà a New York nei prossimi giorni, proprio alla vigilia del 24 febbraio. Il leader ucraino presenterà una versione ridotta del suo «piano di pace in dieci punti», chiedendo ai 194 Paesi dell’Onu di votarlo. Gli americani erano perplessi, perché temono che questa volta l’area del sostegno a Zelensky possa ridursi. Nel marzo del 2022, 143 Stati condannarono l’aggressione russa. Stavolta vedremo. Un dato, però, sembra chiaro. Gli Stati Uniti si sono ormai attrezzati per reggere una guerra di lunga durata. Non vedono alternative. Anche se continueranno a «corteggiare» Xi Jinping (copyright del New York Times) e provare a evitare lo scontro diretto con Putin. La sortita a Kiev di Biden è una prova di forza, ma non vuole essere una sfida-provocazione nei confronti dei russi. In caso contrario gli americani, forse, non li avrebbero pre allertati.


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