È andata deserta l'asta del violino “Hellier” 1679 di Antonio Stradivari, raro e prezioso strumento intarsiato del Maestro liutaio cremonese, di proprietà privata ma rimasto esposto per lungo tempo al Museo del Violino.
La base d’asta era di 5.5 milioni di sterline con aspettative di vendita fra i 6 e i 9 milioni, invece è andata deserta l’asta del violino “Hellier” 1679 di Antonio Stradivari, raro e prezioso strumento intarsiato del Maestro liutaio, messo all’asta a Londra dalla famosa casa Christie’s. L’ “Hellier”, di proprietà privata, era rimasto per lungo tempo esposto al Museo del Violino di Cremona attraverso il circuito ‘Friends of Stradivari’ ed era fra i più apprezzati dai visitatori: merito del raffinato intarsio, che lo rende pressoché unico, e della sua storia, di cui si conoscono le tappe. Lo strumento rimase per mezzo secolo nella bottega del liutaio all’ombra del Torrazzo, fino ad essere venduto nel 1734 per 40 sterline a Sir Samuel Hellier of Wombourne. Poi da quel momento una serie di passaggi di proprietà e quindi l’approdo temporaneo a Cremona per concessione di Evelyn & Herbert Axelrod; per anni fu non soltanto ammirato dal pubblico ma anche studiato con metodologie non invasive nei laboratori scientifici del Museo del Violino, fino al ritorno in Svizzera nell’autunno 2020. La speranza è che in futuro possa essere nuovamente in mostra nella città natale, dove sono tuttora custoditi i disegni originali dell’intarsio; prosegue in tal senso l’impegno della Fondazione Stradivari, in contatto con lo studio legale di Zurigo incaricato di gestire l’eredità Axelrod.
La base d’asta era di 5.5 milioni di sterline con aspettative di vendita fra i 6 e i 9 milioni, invece è andata deserta l’asta del violino “Hellier” 1679 di Antonio Stradivari, raro e prezioso strumento intarsiato del Maestro liutaio, messo all’asta a Londra dalla famosa casa Christie’s. L’ “Hellier”, di proprietà privata, era rimasto per lungo tempo esposto al Museo del Violino di Cremona attraverso il circuito ‘Friends of Stradivari’ ed era fra i più apprezzati dai visitatori: merito del raffinato intarsio, che lo rende pressoché unico, e della sua storia, di cui si conoscono le tappe. Lo strumento rimase per mezzo secolo nella bottega del liutaio all’ombra del Torrazzo, fino ad essere venduto nel 1734 per 40 sterline a Sir Samuel Hellier of Wombourne. Poi da quel momento una serie di passaggi di proprietà e quindi l’approdo temporaneo a Cremona per concessione di Evelyn & Herbert Axelrod; per anni fu non soltanto ammirato dal pubblico ma anche studiato con metodologie non invasive nei laboratori scientifici del Museo del Violino, fino al ritorno in Svizzera nell’autunno 2020. La speranza è che in futuro possa essere nuovamente in mostra nella città natale, dove sono tuttora custoditi i disegni originali dell’intarsio; prosegue in tal senso l’impegno della Fondazione Stradivari, in contatto con lo studio legale di Zurigo incaricato di gestire l’eredità Axelrod.
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