mercoledì 27 luglio 2022

Giornalisti? No, microfoni e megafoni. Failoni per Battistelli

 Sarà perchè sono passati molti anni da quando iniziammo la nostra attività giornalistica - quasi quarantacinque - e la nostra memoria ogni tanto ci gioca qualche brutto scherzo, ma noi non ricordiamo di essere stati così riverenti ed accondiscendenti - come costatiamo essere oggi molti nostri giovani colleghi - di fronte ad un intervistato, quali che fossero le cose che ci toccava ascoltare.

 Ci preparavamo, anche con un pò di maliziosetta cattiveria, che ad ogni risposta di un nostro intervistato,  ci poteva far replicare prendendo spunto da essa. Non ci piaceva fare il loro altoparlante, anche di intervistati notissimi. Qualche volta siamo stati anche impertinenti con le domande. In due casi (con Fellini e con Ashlkenazy)  addirittura  esagerammo, ma non è di qeusto che vogliamo parlare.

Oggetto di questa nostra breve nota è Giorgio Battistelli, nelle vesti di direttore artistico del Festival Puccini di Torre del lago, intervistato - meglio 'microfonato', 'amplificato' - da Helmut Failoni per il Corriere

 Battistelli ha inserito nel programma di quest'anno anche due opere contemporanee. E sapete perchè? Scrive Failoni, che riporta senza nulla eccepire, "perché se nel Festival Puccini facessi solo Puccini, il festival diverrebbe come una riserva indiana".

 Ora a Battistelli, compositore, attivissimo nel campo del teatro musicale', quest'anno eseguitissimo, premiato alla Biennale con il 'Leone d'oro' alla carriera', nessuno avrebbe fatto passare liscia quell'affermazione, come, invece, ha fatto Failoni. 

Anche perchè nella sua carriera esiste un precedente che sia sa come andò a finire. Il suo passaggio, durato ben poco, all'Arena di Verona, dove s'era proposto, di cancellarne la vocazione 'popolare' - quasi fosse una macchia del grande teatro. Anche lì chiamò una combriccola di suoi amici compositori ai quali commissionò dei nuovi lavori che comunque dovevano 'succhiare sangue' alle opere del grande repertorio( vedi: Giuseppe Verdi). Ma Battistelli durò poco, forse neanche un paio di stagioni, e dovette  andar via a gambe levate.

 Ora rischia di fare altrettanto a Torre del Lago, dove certamente quelli che vanno per ascoltare Puccini non resteranno anche per Maderna (Satyricon) e Rihm ( Jakob Lenz). Quest'ultimo, Battistelli avrebbe voluto eseguire all'Opera di Roma nel suo festival 'contemporaneo'(Fast Forward Festival), di ingloriosa memoria, che Fuortes, che l'aveva autorizzato per giustificare la presenza di Battistelli come 'secondo' direttore artistico all'Opera di Roma,  cancellò, dopo la prima edizione. Ora a torre del Lago ci riprova

 E poi c'è al storia dei 'giovani' ( importanti per Puccini, Pasolini, e giusto nell' Anno della Gioventù; e che altro?) per i quali Battistelli dichiara di volersi impegnare. Solo che i giovani per i quali si è impegnato quest'anno, per metà non lo sono più, un paio dei quattro sono fra i cinquanta e sessanta. Hanno però il vantaggio di venire da un altro feudo musicale di Battistelli: l'Abruzzo, dove presiede da secoli la 'Barattelli', all'Aquila. Failoni raccoglie e riporta. Muto.

 E nulla  dice, nulla chiede, sulla composizione dell'orchestra- si fa e disfa ogni stagione? - sulla qualità degli interpreti e delle rappresentazioni. Come nelle peggiori tradizioni, a Battistelli interessa che i registi invitati siano di gran nome.

Failoni, è sufficiente tutto questo? 


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