E' lo slogan che da mesi si sente pronunciare da Giorgia Meloni, il cui partito, i sondaggi - cosa ben diversa dai voti , bene non dimenticarlo - danno per vincente.
Cosa ovviamente naturalissima in una democrazia parlamentare. Senza però dimenticare che anche alle ultime elezioni politiche il verdetto delle urne, con la legge elettorale esistente, consegnò un Parlamento - aggiungere alle cose da non dimenticare: un Parlamento di nominati non di eletti come la democrazia vorrebbe - incapace di esprimere un Governo. Tant'è che in questa legislatura, ormai agli sgoccioli, quanto a Governi, ben tre , se ne sono visti di tutti i colori: gialloverde, giallorosso. intero arcobaleno.
Ora siamo ad un bivio: il premier Draghi, per la cui permanenza a Palazzo Chigi tutti tifano e manifestano ( fatta eccezione naturalmente per la Meloni), si è dimesso la settimana scorsa, quando i Cinquestelle, ma solo 'contiani', al Senato, non hanno votato la fiducia al Governo di cui fanno parte; al che Draghi, che ha guidato nell'ultimo anno e più un governo di 'unità nazionale' ha detto che senza i grillini non intende in nessun modo continuare la sua esperienza da premier.
E' a tutti evidente che i grillini vivono un periodo di grande grande crisi, acuita anche dall'uscita di uno degli esponenti più in vista del Movimento, Di Maio, attualmente agli Esteri, e con lui di un drappello di parlamentari. Che va ad aggiungersi ai tanti altri fuorusciti, nel corso di questa legislatura. E' fin troppo chiaro che la spinta più forte a farsi sentire da parte dei grillini, derivi dalla constatazione che alle prossime elezioni diverrebbero assolutamente ininfluenti nel Parlamento che verrà ridotto di 300 unità circa, ma che continuerà ad essere eletto con la legge attuale - quella che il giorno dopo le elezioni non dice con chiarezza chi governa e chi sta all'opposizione- e con la tecnica dei 'nominati'. Saranno infatti i partiti a decidere chi mettere in lista e in posizione di essere certamente eletto.
La Meloni, ad esempio, che ha già suo cognato parlamentare - si chiama Lollobrigida, come l'attrice, e si dà tanto a fare - vuoi che non pensi a sistemare anche sua sorella, in modo che nella medesima famiglia ci siano tre parlamentari: lei, sua sorella ed il marito di questa? Fatti due conti: 1500 Euro al giorno per i tre, che in un mese fanno 45.000 Euro circa. Ora volete dirci come fanno - rubiamo la riflessione all'avvocato del popolo, Conte - quelli che prendono 500 Euro al giorno - tutti i parlamentari - a pensare a quelli che 500 Euro li prendono in un mese, come tanti pensionati o destinatari del cosiddetto 'reddito di cittadinanza'?
Tornando a Draghi, in tanti vogliono che resti, in Italia e fuori, per diverse ragioni, molte delle quali espresse da varie parti in questa settimana che è parsa , per l'attesa, più lunga di una intera legislatura.
E speriamo che alla fine ci ripensi e resti a guidare il Paese fino alla naturale scadenza della legislatura, per mettere 'a terra' i tanti provvedimenti e adempimenti di un governo a fine anno.
Ma poi alla Meloni vogliamo dire che la fiducia nel popolo che sceglie i suoi governanti, come è sacrosanto in una democrazia parlamentare, può produrre anche un parlamento come quello odierno che peggio non potrebbe essere per la scarsa qualità dei suoi membri, nessun partito o Movimento escluso. Senza contare che nel corso di nemmeno cinque anni, oltre 300 dei suoi membri su mille circa, hanno cambiato casacca. Che vogliamo dire?
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