Quella che il 23 agosto andrà in scena al Gran Teatro di Torre del Lago è La bohème del Teatro di Leopoli: 150 artisti, musicisti, cantanti, tecnici, che dall’Ucraina arriveranno nella patria di Puccini con un capolavoro capace di attraversare i confini, anche nel mezzo della guerra. Una trasferta emblematica il cui ricavato andrà a sostegno del sofferente teatro di Leopoli, intitolato a Solomea Krusceniski, leggenda della lirica, la Callas dell’Ucraina, la Duse dell’opera, adorata da D’Annunzio e Toscanini, morta nel 1952 a Leopoli, vissuta per 30 anni in Italia. «Solomea arrivò a Viareggio nel 1910, vi trovò l’amore, sposò il sindaco Cesare Riccioni, e alla sua morte lasciò al Comune la ricca biblioteca del marito. Una nostra grande concittadina», ricorda Maria Laura Simonetti, presidente della Fondazione Festival Puccini, il cui cartellone ospita La bohème ucraina. E allora, nel nome di Solomea, ecco che il Teatro di Leopoli rivivrà per una sera proprio accanto a casa Puccini. «Che di Solomea era amico devoto, visto che fu lei a riscattare Butterfly dall’insuccesso alla Scala portandola al trionfo tre mesi dopo a Brescia grazie alla sua voce melodiosa. Puccini le fu grato per sempre. Di certo sarebbe felice oggi di renderle omaggio con questo evento». Un’eredità artistica e umana – a Viareggio Solomea tenne nel 1915 un concerto a favore degli orfani di guerra – oggi più che mai significativa. «Il Teatro di Leopoli è il cuore della città, i cui abitanti tanto amano l’opera, la nostra in particolare» avverte Edoardo Crisafulli, addetto culturale dell’ambasciata italiana in Ucraina guidata da Pier Francesco Zazo. «Ambasciata che, in attesa che la situazione migliori a Kiev, riapre i battenti in questi giorni proprio a Leopoli. Il ponte stabilito con il Festival Pucciniano è l’avvio di un nostro progetto a sostegno delle istituzioni culturali ucraine in collaborazione con il nostro ministero della cultura».
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