Curiosità ma anche qualche sospetto ha destato ieri sera l'intervista a Giorgia Meloni del TG2, presente anche il suo direttore Sangiuliano. Il redattore ed il direttore hanno sempre chiamato la Meloni Presidente. Di che? Del partito o 'Presidente del Consiglio' come lei va credendo, certa di vincere le prossime politiche - adesso la danno per vincente i sondaggi - e di vincerle con più voti dei suoi soci, non proprio contenti di dover accettare - era un vecchio patto oggi sembra in discussione - che chi ha un voto in più degli altri della coalizione, deve indicare il candidato premier.
Cosa ha detto di così curioso la Meloni?
Ha detto che la settimana circa intercorsa fra il primo e secondo passaggio di Draghi in Parlamento possa nascondere qualcosa. E cioè che, le dimissioni, prima ritirate e poi confermate, potrebbero nascondere il fatto che Draghi conosce la situazione italiana meglio di chiunque altro; sa che tale situazione è gravissima non grave; e quindi ha preferito sfilarsi prima che esploda. Per scaricare la responsabilità sugli altri - la destra, intendeva la Meloni. Fantapolitica o timore della Meloni di non sapere come fronteggiare i problemi che l'attuale situazione, difficile inutile negarselo, porrà certamente ai nuovi governanti, problemi che Draghi - fino a quando resterà a Palazzo Chigi è in grado di fronteggiare e risolvere?
D'altro canto Berlusconi, convinto di avere tante vite come le sue fidanzate, ed intende candidarsi al Senato alle prossime politiche, ha dichiarato che lui non ha affatto concorso alle dimissioni di Draghi. Responsabile delle dimissioni di Draghi è Draghi stesso che si era rotto le scatole di fare il premier e quindi ha colto la palla al balzo della fiducia parziale del Senato per dire addio a Palazzo Chigi.
Berlusconi ama inventarsi la realtà come gli fa più comodo. Draghi che avrebbe voluto uscire di scena ora, guarda caso, è costretto a restare a Palazzo Chigi fino all'insediamento del prossimo governo, per assumere tutte le decisioni, anche straordinarie, che una situazione difficilissima in molti campi può porgli.
Insomma quelli che l'hanno mandato a casa, cioè Berlusconi Salvini e Conte, si sentono sollevati dal fatto che le tante patate bollenti gliele toglierà dal fuoco proprio il premier che loro hanno voluto, anzi costretto a dimettersi.
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