L'altro ieri l'ha intervistata , subito dopo il Tg di Sky, il suo direttore Giuseppe De Bellis, e non più tardi di qualche settimana anche Sabina Minardi per L'Espresso. Ecco cosa ha detto, fra le altre cose, alla giornalista, sulla politica ( aveva diretto per Fratelli d'Italia).
Per raggiungere riconoscibilità e successo, serve un’appartenenza politica? Glielo chiedo perché lei ha diretto l’orchestra dei Virtuosi italiani al Concerto del Primo maggio di Fratelli d’Italia. Alla Conferenza è intervenuta con un appassionato discorso, dicendo che non si sente rappresentata da uno Stato che consente discriminazioni sul lavoro, sulla base del genere, della propria opinione e della simpatia politica. È una donna di destra? E quanto conta?
«Credo che sia necessario distinguere tra schierarsi dal punto di vista partitico e schierarsi contro un sistema. L’essere stata presente alla convention è stato un impegno personale e professionale. Il fatto che venisse finalmente richiesta la musica classica, la grande tradizione del nostro Paese, all’interno di un concerto del Primo Maggio, mi ha dato un senso di liberazione: finalmente qualcuno si rendeva conto, in un contesto politico importante, di quella che è la nostra radice culturale. Perché quello che non si vede in questi anni è proprio questo: considerare la cultura come valore fondante di un Paese. Trovare una parte politica che riconosce ciò è raro. E personalmente è una cosa che apprezzo molto».
Come apprezza Giorgia Meloni: più volte le ha apertamente espresso la sua stima.
«Sì. Ho molta stima di Giorgia Meloni, come donna, prima di tutto. Una donna del genere nel nostro panorama politico italiano, e non solo, non l’abbiamo ancora vista, sinceramente. Queste sono considerazioni personali che faccio, più che una vera e propria appartenenza a uno schieramento politico. Apro le braccia a una parte politica che finalmente riconosce l’importanza della cultura e della nostra tradizione come valore fondante di un Paese. Ed è la prima volta che lo vedo».
A sinistra non ha trovato la stessa apertura?
«Assolutamente no. E ricordo anche che, durante il lockdown, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto che gli artisti sono quelli che ci fanno tanto divertire. Se noi siamo questo, vuol dire che alla cultura e all’intrattenimento culturale non è riconosciuto alcun valore fondante e decisivo per il Paese. Questo almeno è ciò che viene è percepito. Ed è una percezione sempre diffusa nel mio ambiente. Che pure, notoriamente, sta da un’altra parte. Ma proprio quella parte politica che negli ultimi venti-trenta anni doveva essere di supporto alla cultura è stata la prima a utilizzarla per mantenere dei baluardi di potere. E basta».
La politica la tenta?
«No, al momento no. Mi piace l’idea della politica come l’origine della parola suggerisce, come cura del bene comune. Mi piace lavorare nella cultura. Adesso, per esempio, ho lanciato un progetto di educazione musicale con De Agostini Scuola per le scuole medie, per proporre un’educazione all’ascolto, cioè un’educazione alla scoperta del nostro patrimonio culturale e musicale. Credo in questo tipo di azioni politiche».
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Leggendo la voce Beatrice Venezi su Wikipedia, oltre le solite banalità - ha diretto in tutto il mondo, le più grande orchestre, quando è vero il contrario e cioè che nessuna grande orchestra nè grande istituzione musicale l'hanno ancora invitata - si apprende anche che suo padre, Gabriele, 'immobilarista, è stato negli anni 2010 dirigente nazionale di Forza Nuova'.
Naturalmente ciò non vuol dire nulla, perchè non è corretto far cadere responsabilità dei padri, nel bene come nel male, sui figli. Ma qualcosa vorrà dire se aggiunta alle sue dichiarazioni in favore della Meloni e contro la sinistra ( Cinquestelle, ad essere precisi, Conte premier) in fatto di apprezzamento della cultura. Meloni, che difende la cultura... noi conosciamo piuttosto una Meloni che appena si libera un posto, in ambito culturale, dove può, ci manda subito i suoi ( vedi Verona, Cagliari).
Questi giorni si è letto sui giornali che la Venezi potrebbe essere candidata alle prossime politiche proprio nel partito della Meloni, Fratelli d'Italia.
Nell'intervista tv poi colpisce il fatto che Lei non è mai vestita normale e che le immagini, infinite, che si mostrano nel corso dell'intervista somigliano, anzi sono più quelle di una modella che sfoggia abiti da sera e pure gioielli impegnativi - che di una direttrice - pardon: direttore - d'orchestra.
Il problema vero della Venezi è che non è una brava diret-tore/trice, e candidarla al Parlamento non aggiunge nulla alla sua carriera, se in oltre dieci anni, non ha prodotto nulla di significativo professionalmente. Sarebbe molto più opportuno per Lei che al lavoro, bando agli abiti che risaltano la sua femminilità, si dedicasse anima e corpo, per vedere di superare quel mestiere 'appena onesto' che dimostra dal podio. e correggere anche il suo gesto, approssimativo e perciò inutile.
Infine una sola domanda, spontanea: perchè giornali e tv non dedicano la stessa attenzione ad un giovane italiano, appena ventunenne, il violinista Giuseppe Gibboni che ha vinto in marzo il Concorso 'Paganini' e che, a differenza della Venezi, di talento ne ha da vendere?
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