Acque agitate al Massimo di Palermo, un tempo affidato a Francesco Giambrone, il quale, paventando - come poi è accaduto - che vincesse, alle Comunali, un esponente delle destre, s'è fatto chiamare a Roma da Gualtieri, piuttosto che restare a Palermo a lottare - se mai lo abbia fatto in vita sua - per il teatro che dirigeva.
Al suo posto ha fatto nominare Marco Betta, suo sodale, e già in altri tempi, ancora al Massimo, ed è venuto via. Nella capitale le sue mire potranno essere meglio soddisfatte perché potrà coltivare amicizie e rapporti con il mondo politico, meglio e più che a Palermo.
Non è trascorso neanche un anno dal suo arrivo a Roma che già Giambrone comincia a dettare le sue leggi. Chiama a Roma, da Palermo, Ciro Visco dove era arrivato con la sua ultima sovrintendenza, dopo aver lasciato Santa Cecilia, con cui aveva avuto un rapporto decennale di collaborazione, ma un paio di anni prima che scadesse il suo contratto. 'Per ragioni personali'- spiegò senza spiegare nulla, Michele dall'Ongaro.
Quelle ragioni 'personali' - in realtà discordanze con la conduzione e costituzione del Coro da parte dell'Accademia - condite con il 'desiderio - altra chiacchiera o bugia - di fare nuove esperienze'- dopo neppure tre anni sono cadute e Visco torna da dove era partito, cioè a Roma. Non più a Santa cecilia ma all'Opera, dove naturalmente lascia - deve lasciare?- Gabbiani. E torna a lavorare quindi con Giambrone che lo aveva chiamato a Palermo, facendogli lasciare Santa Cecilia.
Assieme a Ciro Visco, lascia il Massimo anche il direttore del corpo di ballo, quel Davide Bombana che era stato chiamato a Palermo anche lui da Giambrone. Si dice per dissensi, in più di una occasione, con i componenti il corpo di ballo. Per ora non viene a Roma, dove sembra salda la ballerina Abbagnato, palermitana e amica d'infanzia di Giambrone.
A Palermo che sta succedendo? E' forse la nuova amministrazione comunale, non in sintonia con la sovrintendenza, a consigliare ai vari artisti del teatro di lasciare in tempo l'incarico, prima che i dissensi si concretizzino con il licenziamento anche di Betta?
Che è quello che, più furbo e disinteressato di chiunque altro, ha temuto ed anticipato Giambrone in previsione di questo cambio al Comune.
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