E' morto nella notte all'età di 93 anni Angelo Guglielmi. Si è spento nel sonno. Storico direttore di Rai3, lanciò programmi che hanno fatto la storia della rete e della tv pubblica, oltre che personaggi come Corrado Augias, Michele Santoro, Serena Dandini e Fabio Fazio. Oltre che dirigente, fu critico letterario, saggista e giornalista. E nel primo decennio degli anni Duemila si occupò anche di politica: dal 2004 al 2009 fu chiamato da Sergio Cofferati nella giunta comunale di Bologna in qualità di assessore alla Cultura.
Una lunga carriera quella di Guglielmi che, dopo la laurea in Lettere a Bologna nel ‘51 inizia una breve e rapido periodo come insegnante in una scuola media, prima a Cento, poi a Ferrara. Ma è il giornalismo la sua vera passione. Così, tre anni dopo, nel ‘54 partecipa e supera il concorso per entrare alla Rai, dove dal 1976 al 1987 mantiene l’incarico di capostruttura di Rai 1. Tra i programmi da lui ideati si ricorda Bontà loro, storica trasmissione condotta da Maurizio Costanzo. Prima di divenire direttore di Rai 3, è stato a capo del Centro di produzione Rai di via Teulada in Roma. Dal 1987 al 1994 ricopre la carica di secondo direttore di Rai 3: rilevata da Giuseppe Rossini una rete dai bassi ascolti (era superata nell'audience anche da diverse TV locali), priva di una chiara linea editoriale, la trasforma in un canale dinamico ed innovativo, introducendo per primo in Italia il concetto di TV-verità.
Sotto la sua direzione nascono programmi cult come Telefono giallo, Samarcanda, Linea rovente, Un giorno in pretura, La TV delle ragazze, Blob, Chi l'ha visto?, Mi manda Lubrano (poi divenuto Mi manda Raitre), Io confesso, Magazine 3, Avanzi, Ultimo minuto, Quelli che il calcio (passato nel 1998 su Rai 2), Da Storia Nasce Storia, Tunnel e Storie maledette.
Vengono lanciati personaggi come Corrado Augias, Michele Santoro, Donatella Raffai, Roberta Petrelluzzi, Serena Dandini, Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara, Daniele Luttazzi e Franca Leosini; lo share medio della rete passa in pochi anni da meno dell'1% ad oltre il 10%. Di Guglielmi fu l'idea di mettere in bianco e nero e fra virgolette rosse le annunciatrici dei programmi.
La sua attività giornalistica ha anche passaggi sulla carta stampata. Scrive, infatti, per Paese Sera e per il Corriere della Sera, nonché su numerose riviste e fonda il collettivo letterario neo-avanguardista Gruppo 63 con Umberto Eco ed Edoardo Sanguineti. Numerose le pubblicazioni, alcune delle quali scritte a quattro mani con Stefano Balassone, suo vice alla guida di Rai 3. Svolge in tutti questi anni l'attività di critico letterario (soprattutto su l'Espresso) e diventa uno dei più temuti critici della nuova narrativa italiana.
Negli anni sessanta fu ideatore di una trilogia televisiva dedicata alle Vite di personaggi celebri: Vita di Michelangelo (1964); Vita di Dante (1965); Vita di Cavour (1967). Dal 1995 al 2001 è presidente e amministratore delegato dell'Istituto Luce.
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Angelo Gugliemi ha inventato una televisione nuova, lo attestano le numerose trasmissioni da lui inventate, alcune delle quali ancora in auge e con ottimi risultati.
Non è un caso che fra tutte quelle da lui inventate non ve ne sia neanche una che abbia a che fare con la musica. Come , invece, ne esistevano a Rai 3 nella precedente gestione di Giuseppe Rossini definita dai giornali di oggi , 'dai bassi ascolti e senza un volto editoriale riconoscibile'.
Fatto è che Guglielmi non ha mai pensato di fare un qualche esperimento con la musica.
E le ragioni sono che Guglielmi, come molti intellettuali italiani di tutti i tempi e di tutte le estrazioni sono letteralmente analfabeti in fatto di musica ( mentre non si registra il contrario e cioè che musicisti siano a digiuno di arte, letteratura ecc...); e poi la sua convinzione che 'la musica non era adatta alla televisione e viceversa'. Convinzione espressa con chiarezza in diverse occasioni dal direttore Guglielmi, benemerito della tv, che ci ha appena lasciati (P.A.)
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