Quando sui palcoscenici lirici si vede ormai di tutto, nel senso soprattutto che le vicende narratevi vengono trasportate in luoghi, ere e contesti nuovi quando non anche stravolte, si discute ancora se Otello o Aida possono avere la pelle chiara o se Violetta non può per nessuna ragione essere una cantante 'nera'.
La polemica è tornata in auge dopo che si è vista la Netrebko, in Aida sul grande palcoscenico areniano veronese, con il volto dipinto di nero, al che una cantante 'nera' scritturata per fare Violetta, sempre in Arena, ha protestato , non solo, ma ha detto di non voler impersonare Violetta in arena.
E già. Che cosa le avrebbero dovuto fare per farla entrare nei canoni, meglio nelle consuetudini della tradizione melodrammatica? Riempirla di cerone dalla testa ai piedi per farla sembrare bianca, magari abbronzata?
Cecilia Gasdia, a capo delle stagioni veronesi, ha risposto che la tradizione lo vuole e che non c'è poi da meravigliarsi. Come, non c'è da meravigliarsi? Un 'bianco' - tanto per limitarci a questioni pratiche - diventa facilmente 'nero' , se vestito dalla testa ai piedi, con un pò di nerofumo in faccia; ma una 'nera' come si fa a farla diventare bianca?
Una/un cantante ha la pelle he ha, da lei/lui ci si aspetta che sia credibile in scena e che sia interprete fedele della musica.
E' tempo di smetterla con simili sciocchezze. Ognuno ha la pelle che ha e non è necessario che a interpretare Violetta sia sempre e solo una bianca, mentre chi fa Aida o Otello deve essere sempre un nero o comunque dipinto in faccia da nero.
Nessun commento:
Posta un commento